E tu di che… calore sei? Legna, gas, condizionatore o…

Verso l’inverno, con i prezzi ormai alle stelle e la mancanza di materia prima

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E tu di che… calore sei? Legna, gas, condizionatore o…
Stufe a legna da duemila kune in sù. Foto: DARIA DEGHENGHI

Manca la legna. Le scorte sono esaurite. I centri di distribuzione della periferia di Pola non ne hanno più da vendere. Come mai non c’è la legna? “No lo so, siamo in attesa”, ci dicono le commesse. Siamo in attesa. Niente di simile s’è visto negli ultimi vent’anni. L’inverno è alle porte e i distributori sono in attesa della legna da ardere. Come siamo messi coi pellet? Uguale. Non se ne trova più un sacco (che dura poco). Quelli che sono arrivati a settembre, al costo esorbitante di 60 kune il pacco da 15 chilogrammi, sono esauriti. Dall’estate in qua i fornitori e i distributori sono subissati da una domanda che resta senza risposte. L’incertezza per l’inverno cresce. La guerra in Ucraina e il timore di restare a corto di gas hanno lanciato alle stelle i prezzi dei combustibili a biomassa legnosa. La legna viaggia dall’Est all’Ovest, come il gas del resto, con la differenza che ora la Russia e l’Ucraina sono fuori gioco. Per ragioni diverse, d’accordo, ma l’effetto è uguale. La domanda dell’Occidente assorbe l’offerta dei Balcani con un’avidità mai vista prima: persino le pizzerie del Nord Italia accusano difficoltà nell’acquisto di legna da Croazia, Austria, Romania ecc, cosa che non era mai successa finora. Sono squilibri di mercato che nascono altrove, ma finiscono per riversarsi a macchia d’olio su tutto il continente. Fatto sta che ormai la domanda da porsi non è più quella del tipo di riscaldamento da scegliere. Chi ha scelto, ha scelto. Ora è tempo di adeguarsi alle circostanze e confidare nella lungimiranza del governo che dice di aver assicurato gas, luce e carburanti sufficienti per svernarne. Già, ma a quale prezzo? Le bollette delle utenze domestiche saranno anche calibrate in base al censo, le scuole e gli ospedali saranno anche trattati alla stregua delle utenze domestiche, ma quelle che vengono recapitate da sei mesi in qua alle aziende sono esorbitanti.

Acquisti di… calore
In città si respira un’aria di disagio, questo è certo. L’arrivo del postino con il plico di bollette per i prossimi sei mesi non è più una routine, ma un’attesa che mette ansia. Chi ha fatto il pieno di legna in estate ha fatto bene. Ora l’offerta è decisamente scarsa. Per paura che qualcosa vada storto si vendono più del solito anche radiatori e impianti dell’aria condizionata. Di solito la stagione di punta dello smercio dei climatizzatori è l’estate, ma quest’anno si continua a vendere allegramente come prima: per scaldare. La differenza sta nella tecnologia e nel prezzo, perché per scaldare si consiglia di acquistare i condizionatori inverter, che raggiungono velocemente la temperatura ambiente desiderata con un consumo di energia elettrica ottimizzato, a differenza dei climatizzatori tradizionali. L’investimento iniziale è superiore, ma sul lungo tempo il sistema inverter assicura un risparmio energetico del 30 per cento rispetto a un climatizzatore tradizionale. La paura della possibilità di restare a corto di gas, che le autorità croate negano categoricamente ogni giorno che passa, ha provocato anche un aumento dell’interesse dei cittadini per i radiatori a olio su rotelle o da parete. I prezzi? Naturalmente sono aumentati. Rispetto a un anno fa, tra l’altro, sensibilmente. Il più economico ora costa sulle 450 kune, mentre un anno fa articoli di questo genere erano comunemente in vendita a 200 e 300 kune. Le stufe a legna sono reperibili e i costi vanno dalle duemila alle diecimila kune. Anche per i climatizzatori il ventaglio dei prezzi è piuttosto ampio: si va dalle 3mila alle 10mila kune. Che poi tutto dipenda dalla superficie, o meglio, dal volume dell’abitazione da scaldare, questo è chiaro. I prezzi dei pellett – sempre che si riesca a trovarli – hanno subito un’impennata tra le più marcate. Se nel 2020 potevano bastare 25 kune per una confezione da 15 chilogrammi, e se nel 2021 il prezzo era salito “solo lievemente”, a 35 kune, quest’anno i costi dello stesso articolo vanno dalle 60 kune in su. Come mai? L’inflazione. Chi produce è un consumatore a sua volta: se il prezzo della materia prima è schizzato del 70 per cento e il prezzo della corrente elettrica è raddoppiato – questa la logica del produttore – l’aumento dei costi del prodotto finale di quest’entità è scontato. Ad ogni modo, gas, luce, legna o pellett, l’unico denominatore comune è il caro-prezzi. Scaldarsi sarà un lusso? Il risparmio non sarà più un optional ma un dovere? Scuole e asili per ora non temono il freddo: l’assessore Ivana Sokolov ha già rassicurato le famiglie che non ci saranno riduzioni energetiche né il timore di un ritorno alla famigerata didattica a distanza.

I numeri del gas
Intanto dalla società polese per l’erogazione del gas Plinara Pula informano le utenze che in vista della nuova stagione termica l’azienda deve concludere la lettura dei contatori entro il 30 settembre su tutto il territorio di distribuzione. Gli addetti alla lettura sono in circolazione dalle 8 alle 20 tutti i giorni feriali. Le utenze hanno l’obbligo di far trovare il contatore libero e accessibile, ma possono anche scegliere di fare l’autolettura e trasmettere i dati al numero verde 0800 200 206, tramite posta elettronica [email protected], ai numeri di telefono 052 534 944 e 099 3962529 e al numero SMS 099 396 2529. La lettura del contatore entro il 30 settembre è importante soprattutto per la realizzazione delle agevolazioni governative col passaggio dai contratti commerciali a quelli pubblici.

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