Draga di Moschiena e la stagione che verrà

Nella splendida località quarnerina si lavora all'ampliamento del porto e al restyling delle spiagge, ma per quest'anno la stagione turistica è ormai compromessa. «Se arriviamo al 30 p.c. dell'anno scorso sarà già tanto», confessa il sindaco connazionale Riccardo Staraj

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Draga di Moschiena e la stagione che verrà

Draga di Moschiena sembra un po’ la bella addormentata. Pure un po’ troppo. Neanche all’epoca della guerra, una trentina d’anni fa, non si presentava così vuota e desolata in questo periodo dell’anno in cui l’estate sta iniziando a bussare alla porta. È quasi spettrale. E irriconoscibile. Bar e ristoranti sono sì aperti, ma i clienti si contano sulle dita di una mano, le sue meravigliose spiagge sono deserte e solo di tanto in tanto passa qualche turista che sembra capitato qui per caso. Il lockdown ha lasciato il segno e purtroppo nemmeno il post-Covid non infonde troppo ottimismo. Per una realtà che vive di turismo, una mazzata devastante. L’unico movimento si registra nel porto, dove proseguono i lavori iniziati lo scorso febbraio, quando ancora lo spettro del coronavirus non faceva paura. Un progetto da 8,8 milioni di kune, in larga misura finanziato dal Ministero del Mare, del Traffico e delle Infrastrutture, che ancora una volta si propone come soggetto chiave per la costituzione di infrastrutture di vitale importanza per le comunità costiere.
“Stiamo ampliando la banchina del molo di circa 25 metri, da dove partirà poi un piccolo lungomare di 70 metri dotato anch’esso di ormeggi – spiega il sindaco di Draga di Moschiena nonché presidente della Comunità degli Italiani locale, il connazionale Riccardo Staraj –. Si tratta di un progetto molto importante perché il nostro porticciolo non è in grado di accogliere imbarcazioni da diporto, battelli turistici o pescherecci, pertanto questo investimento ci permetterà di richiamare qualche diportista o pescatore in più, che magari si fermerà per più giorni. Per quanto riguarda invece la suddivisione dei fondi, 6 milioni sono stati stanziati dal Dicastero di competenza, la Regione litoraneo-montana ha contribuito con un milione, mentre il resto è stato assicurato dall’Autorità portuale di Abbazia-Laurana-Draga di Moschiena e dal Bilancio del Comune”.

Le piattaforme rialzate sulla scogliera

Un marina in… rampa di lancio
Inizialmente l’idea era quella di inaugurare la nuova stagione turistica con la nuova banchina, salvo poi dover fare i conti con la pandemia che ha stravolto tutti i piani. “Praticamente per due mesi – prosegue il primo cittadino – i lavori procedevano a rilento perché non potevano esserci più di cinque operai nel cantiere. Difficile ora capire le tempistiche. Molto dipenderà dalla stagione turistica: se non dovesse decollare, si continuerà a lavorare anche a luglio ed eventualmente pure ad agosto, mentre se invece i turisti dovessero arrivare, allora ci fermeremo e riprenderemo in autunno. Personalmente, a questo punto vorrei che venisse ultimata la nuova banchina del molo in quanto non manca molto alla sua conclusione, mentre invece per il lungomare possiamo attendere anche l’autunno”.
E poi c’è un secondo progetto in… rampa di lancio. Stavolta ben più ambizioso.
“Si tratta di un piccolo marina destinato al turismo nautico. Il valore complessivo della struttura si aggira attorno ai 40/45 milioni di kune e naturalmente anche in questo caso confidiamo nel sostegno del Ministero e della Regione. Puntiamo con decisione al turismo da diporto, un comparto in grande crescita e che porta una clientela con un alto potere d’acquisto”.

Le piattaforme rialzate sulla scogliera

Decking
Per richiamare gli ospiti sole e mare non bastano più: è il mantra che da tempo ripetono gli operatori turistici. Nulla di più vero se consideriamo che oggi i turisti sono sempre più esigenti e l’offerta dev’essere quanto più diversificata, oltre che seguire i trend del momento. Tuttavia, il sole e il mare rimangono un punto di forza del turismo croato e il “ponte” che li unisce sono le spiagge. E a Draga ne sanno qualcosa visto che possono contare sulle splendide Sipar e San Giovanni, anche loro soggette a un generale restyling.
“Già l’estate scorsa avevamo realizzato il cosiddetto decking, ossia uno stabilimento balneare con pavimentazione in legno, rialzato sulle scogliere situate a metà strada tra le due spiagge. Un investimento di 850mila kune, di cui 500mila assicurate dal Ministero del Turismo. Questa struttura si trova in una zona un po’ appartata, separata dal sovraffollamento che regna in spiaggia e proprio per questo molto apprezzata, sia dai turisti che dai residenti della Liburnia, che nei weekend arrivano in massa. Inoltre, prossimamente collocheremo anche una rete di protezione per impedire a yacht e altre imbarcazioni di avvicinarsi. Nel frattempo stiamo ampliando ulteriormente queste superfici e abbiamo realizzato anche una zona fitness, che rientrano nella seconda fase dei lavori, il cui valore ammonta a 750mila kune, in larga parte finanziati sempre dallo stesso Dicastero. Questa fase è agli sgoccioli e verrà completata già entro la fine di questa settimana. E poi c’è una terza fase che dovrebbe prendere il via in autunno, anche in questo caso con il sostegno del Ministero, che prevede la realizzazione di un beach bar e di bagni pubblici, oltremodo necessari dal momento che abbiamo un numero elevatissimo di bagnanti”.

L’intervento nel porto è costato 8,8 milioni di kune

Modello per il Paese
E questo non è che l’inizio, dato che in futuro il decking potrebbe diventare un segno distintivo di Draga di Moschiena, ormai sempre più orientata verso un turismo selettivo.
“Più avanti ci sono altre scogliere sulle quali poter innalzare nuove piattaforme. Sempre però nel rispetto dell’ambiente, che non viene in alcun modo intaccato. A tal proposito, l’anno scorso quando alcuni rappresentanti del Ministero del Turismo erano giunti qui per un sopralluogo, ci è stato detto che le altre località croate dovrebbero seguire il nostro esempio. In più, in un certo qual modo abbiamo anticipato il distanziamento sociale imposto dal Covid, nel senso che sdraio e ombrelloni, che vengono affittati dall’Ente per il turismo, sono sistemati a un paio di metri di distanza tra di loro per garantire una maggiore privacy. Insomma, quello che voglio dire è che stiamo tracciando una nuova via che va in direzione di un turismo selettivo e quindi più sostenibile. Il concetto di turismo di massa è ormai superato”, conclude Riccardo Staraj.

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