Dpcm, Conte divide l’Italia in 3 zone: gialla, arancione e rossa

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Dpcm, Conte divide l’Italia in 3 zone: gialla, arancione e rossa

Le nuove misure contro il coronavirus, contenute nel nuovo Dpcm che entrerà in vigore venerdì 6 novembre (e non il 5 come annunciato in precedenza) e sarà valido fino al 3 dicembre, sono state illustrate dal premier Giuseppe Conte. “Le regioni italiane sono divise in gialle, arancioni e rosse”, ha detto il presidente del Consiglio in una conferenza stampa a Palazzo Chigi tenutasi questa sera. “Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha adottato l’ordinanza che individua tre zone – gialla, arancione, rossa – ciascuna con proprie misure restrittive”. Così il premier Conte. “Le ordinanze del ministro della Salute non saranno arbitrarie o discrezionali perché recepiranno l’esito del monitoraggio periodico effettuato congiuntamente “con i “rappresentanti delle Regioni”, ha aggiunto il presidente del Consiglio.
“Nell’area gialla, con criticità moderata, rientrano Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria”. Anche Toscana, Molise, Marche, Sardegna e Friuli Venezia Giulia rientrano nell’area gialla.
Pure il Veneto e le province di Trento e Bolzano, secondo quanto annunciato dal premier Giuseppe Conte in tv, rientrano nell’area gialla con le misure restrittive più “morbide” previste nel Dpcm. “Nell’area arancione, con criticità medio alta, ci sono Puglia e Sicilia”. “Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle D’Aosta rientrano nell’area rossa”, ha annunciato Conte. Non ci sono Regioni in verdi, ha spiegato il premier “perché il virus corre”.
“L’autocertificazione è collegata ai divieti. Nelle zone rosse quando si esce di casa va l’autocertificazione, così come tra Regioni e Comuni”, ha spiegato il presidente del Consiglio in conferenza stampa da Palazzo Chigi.
“La scuola deve essere un presidio, quindi tra quelle misure il fatto di mandare in Dad degli studenti è un fatto che pesa molto al governo. E appena la curva rientrerà sotto controllo una delle prime misure sarà restituire la didattica in presenza a quanti più alunni possibili”, ha detto ancora il premier.

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