
La tradizionale funzione religiosa in lingua italiana, richiesta dal Consolato generale d’Italia a Fiume, si è svolta nella cripta dove giacciono le spoglie dei soldati italiani della Prima guerra mondiale della Chiesa di San Romualdo e Ognissanti a Cosala. E come ogni anno sono stati in tanti ad assistere alla messa in suffragio di tutti i fiumani che non sono più tra noi. Non potevano mancare la console generale, Iva Palmieri, il presidente dell’AFIM, Franco Papetti, il presidente della Comunità degli Italiani di Fiume, Enea Dessardo che hanno assistito al rito celebrato dal parroco di Drenova inferiore, il reverendo Michele Cittadino coadiuvato dal reverendo e teologo, Nikola Vranješ e dal padrone di casa, il parroco della chiesa di San Romualdo e Ognissanti, Luka Pranjić che ha rivolto il benvenuto a tutti i presenti.
Nell’omelia, il reverendo Cittadino si è soffermato sull’essenza dell’uomo che è la gloria di Dio. “Siamo qui, in questo luogo impregnato di dolore, per commemorare e ricordare tutti i caduti di tutte le guerre inutili. Come questi giovani, i cui nomi si leggono su queste lapidi, altri come loro hanno avuto la morte. Come ieri e così oggi, ricordiamo l’Ucraina, la Palestina, sono conflitti in cui l’uomo viene umiliato, si nega la sua libertà, la sua religione, la sua vita. Umiliando lui si umilia Dio. Il Nostro Signore ci ha creato nella nostra diversità e dobbiamo intercedere per tutti coloro che hanno perso la vita in guerre senza senso”. Le letture sacre sono state tratte dal Libro di San Giovanni Apostolo e dal Vangelo secondo Luca mentre i canti religiosi sono stati eseguiti dal Coro Fedeli Fiumani guidato dalla maestra Lucia Malner e accompagnati al pianoforte da Draško Baumgarten.
Al termine, il reverendo Cittadino ha invitato il Consolato generale d’Italia nella persona della console Iva Palmieri ad instaurare una collaborazione con la parrocchia di Cosala e con il reverendo Pranjić per la ricorrenza speciale dell’8 dicembre quando la chiesa celebra la festività dell’Immacolata Concezione, e di seguito, ha benedetto tutti i loculi contenenti le spoglie dei soldati.
L’incontro è proseguito davanti alla cripta dove è situato il cippo a ricordo di tutti i fiumani esuli dalla loro terra ed eretto dalle Associazioni degli esuli fiumani di Roma e Padova. La console Palmieri ha voluto ringraziare tutti per il sentimento di speranza ma soprattutto del ricordo andato a tutte quelle persone che non sono più tra noi. “Dobbiamo perseverare nel ricordo di chi non c’è più, ma che ci ha trasmesso dei grandi valori”.
Franco Papetti, presidente dell’AFIM ha sottolineato l’importanza di questo monumento a ricordo di tutti quei fiumani che hanno portato e che portano nel proprio cuore la città natale. “Ci sono esuli in tutto il mondo che un domani verranno seppelliti con il tricolore fiumano ma lontano dai propri avi e dalla città che amano”.
Il Consolato generale d’Italia, nei giorni scorsi ha deposto corone di fiori al cimitero di Cosala davanti ai monumenti dedicati ai Garibaldini e ai Granatieri.










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