Debora Radolović: «Credo in quello che faccio»

Intervista alla preside della Scuola media superiore italiana Dante Alighieri oltre alla quale ricopre molte altre funzioni. Di recente è stata insignita del premio ministeriale destinato agli operatori scolastici quale unico rappresentante del mondo CNI

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Debora Radolović: «Credo in quello che faccio»
Debora Radolović. Foto Arletta Fonio Grubiša

Debora Radolović, preside della Scuola media superiore italiana “Dante Alighieri” e presidente del CdA dell’Edit, presidente dell’Assemblea e attivista instancabile della Comunità degli italiani di Pola, membro impegnato della Società Dante Alighieri di Pola, coprotagonista di una aumentata e più vivace collaborazione artistico-culturale tra le scuole italiane di Pola e la Comunità degli italiani, sempre attenta ascoltatrice delle necessità della comunità italiana polese e istro-quarnerina, difensore dei diritti minoritari, promotrice e artefice di incontri di riavvicinamento tra italiani rimasti ed esuli e loro discendenti: basterebbe “soltanto” questo per esaurire l’elenco delle imprese contenute entro una ricca biografia personale. E ci si deve scusare con la diretta interessata per la sintesi offerta e l’impossibilità di recuperare tutto quanto potrebbe risultare degno di menzione onorevole e aggiuntiva. Aggiuntiva, si dirà, perché stavolta Debora Radolović è riuscita a farsi valere cogliendo un’altra sfida supplementare, quella di concorrere per l’ottenimento del premio ministeriale destinato agli operatori didattici del settore scolastico. Stando così le cose, e ancora in assenza di esplicazioni, si è forti della prova più inoppugnabile per cui quella sua messa in campo è energia rinnovabile in ogni senso e sotto ogni punto di vista.

L’ottenimento del bonus premio per operatori didattici messo in palio dal Ministero della Scienza dell’istruzione e dei giovani per i successi conseguiti nell’anno scolastico 2023/24 ha nel suo caso una motivazione precisa?
Una motivazione precisa? No. Siamo stati scelti in 513 dipendenti del Ministero e abbiamo avuto l’onore di sentire pronunciati i nostri nomi nella sala congressi del complesso fieristico di Zagabria. Il ministro Radovan Fuchs ha rivolto un saluto a tutti i presenti, e, sinceramente, per me è stato un onore sentirmi menzionare, specificatamente in quanto unica dirigente di una scuola della Comunità Nazionale Italiana insignita in quest’occasione. Sono stata felice anche di sentire i nomi di alcuni colleghi di Pola e dell’Istria a me conosciuti. Dicevamo una motivazione precisa no, ma tanti sono i motivi per i quali sono stata scelta in quest’anno abbastanza intenso 2023/24 e vado soltanto a scorrere la documentazione inviata a Zagabria, prima di tutto i molti progetti e le molte dichiarazioni di partenariato. Vedi quella con la Società Dante Alighieri di Pola, del 25 marzo 2024, quando abbiamo siglato un accordo per la promozione di visite studio degli alunni ai siti culturali e naturali dell’Istria; l’accordo firmato con l’Associazione dell’alfabetizzazione digitale di Zagabria di cui fanno parte anche dei nostri dipendenti, operando a favore di una maggiore acquisizione delle competenze digitali; quindi l’Erasmus plus Pyton con l’Istituto superiore d’istruzione industriale “Marconi” di Piacenza di cui abbiamo appena ospitato il secondo meeting. Inoltre, vi è il progetto Job shadowing cui ho partecipato a Pomezia, assieme alla consulente superiore per la minoranza nazionale italiana, presso l’agenzia per l’educazione e la formazione, Patrizia Pitacco. Qui sono stati analizzati il management scolastico, l’autonomia istituzionale e l’ispezione scolastica, che nel caso nostro è una realtà molto lontana anche se ogni tanto se ne parla. Il bello di questo Job shadowing è la continuità. A metà novembre i colleghi di Pomezia verranno da noi, come pure dalla prof.ssa Pitacco e alla Facoltà di Filosofia di Fiume, dove vi è il corso per dirigenti scolastici in lingua croata. Ho instaurato il contatto e avremo modo di parlarne.

Altri programmi e attività degni di premio ministeriale…?
Abbiamo, altresì generato un progetto relativo all’erboristeria, portato avanti dalla prof.ssa Mirka Černi, per il quale ho prestato il mio supporto; c’è poi il programma dell’Istituzionalizzazione dell’insegnamento della storia del territorio della Regione istriana, giunto al suo decimo anno di realizzazione e che per l’anno scolastico in parola è stato coordinato da Ivana Marić e Snježana De Gravisi e da me seguito in qualità di preside. Devo anche dire di esservi grata dell’attenzione mass mediatica riservatami in occasione della mia partecipazione attiva al Salone del libro a Torino, per presentare le scuole della minoranza nazionale in Croazia e le biblioteche scolastiche, dal momento che l’Italia è ancora ben lontana dall’istituire dei siffatti servizi. Con ciò abbiamo avuto l’opportunità di presentare sia la biblioteca scolastica croata e in primis quella delle scuole della minoranza italiana in Croazia, costituendo in detto caso un esempio di buona prassi entro un ambito che ci ha aperto la strada per istituire ottimi contatti e future realizzazioni. Le medesime vanno in direzione di alcune istituzioni bibliotecarie di carattere internazionale e del Ministero dell’Istruzione e del Merito di Roma. Uno di questi preziosi contatti è quello con la dott.ssa Caterina Spezzano dell’anzidetto dicastero per la formazione che ci ha chiesto tutti gli indirizzi e contatti di tutte le scuole della CNI, per dar esito a iniziative in comune. Tutto ciò unicamente avendo avuto modo di presentare la scuola italiana in Croazia, i nostri progetti scolastici, grazie al supporto economico dell’Unione Italiana.

Ci dice che vi è dell’altro ancora da indicare?
Certo: il grande congresso mondiale EDU LEARN 24 di Palma de Mallorca cui ho preso parte online con un intervento incentrato sul management scolastico ‘ICT in school management and development of digitally competent teachers’. È un argomento che riguarda il mondo scuola, perché noi, in effetti tra firme digitali, documenti da sottoscrivere online e altre ‘amenità’, riscontriamo grosse necessità operative, per le quali non veniamo abilitati. Siamo un po’ quelli che devono seguire i corsi in rete, devono sapersi barcamenare tra le riunioni telematiche, sono costretti ad imparare ed arrangiarsi da soli. Molto spesso sembriamo costituire una categoria a parte, che in fatto di aggiornamenti professionali, siamo lasciati indietro rispetto ai proff. Me ne sono resa conto come presidente dell’Attivo dei direttori e presidi delle elementari e medie-superiori della CNI di Croazia, anche all’ultimo collegio professionale interregionale a Zagabria, al quale hanno partecipato pure i dirigenti delle istituzioni prescolari CNI. È in queste occasioni che tra l’altro è stata affrontata la difficile questione dell’ispezione scolastica pedagogica, per la faccenda legata alla documentazione bilingue, e sottolineata la necessità di fare fronte comune, con il sostegno dell’Unione Italiana. Ecco che diventa molto utile in questo senso detenere competenze aggiuntive, qui incluso un tipo di formazione soltanto per la nostra realtà croata e per tanto ho invitato alcuni docenti che, per esempio, ci hanno parlato di digital storytelling e di attività realizzabile in tutti i gradini della verticale scolastica.

Tra tanto di iniziative ce n’è una che spicca e per la quale ha scelto di candidarsi al premio nazionale riservato agli operatori didattici?
Infatti, il motivo principale per cui mi sono candidata è la pubblicazione della nostra monografia, giunta a coronamento di un progetto protrattosi per molti anni che ha radunato assieme gli sforzi di tutto il nostro collettivo professionale, di ieri e di oggi, docenti – incluso il personale tecnico-amministrativo – poi premiati con gite, occasioni di raduno e di gratifica.
Mi permetto di aggiungere e sottolineare in questo contesto l’accoglienza riservata alle scuole italiane. Nell’anno 2023/24 abbiamo avuto l’onore di ospitare tra altri i visitatori da Roma e dalla Provincia di Roma, per cui voglio esprimere un grazie alla prof.ssa Donatella Schürzel, vice presidente vicario dell’ANVGD, in quanto sa fornire il proprio apporto per tenere unita la nostra comunità di esuli e rimasti, se così ci possiamo chiamare… Ma non definiamoci tali, perché siamo semplicemente un tutt’uno. Ci è piaciuta la sua proposta al convegno degli esuli di trovarci come Pola e Rovigno, di unire le forze per il bene comune. Comunque, torniamo al 10 aprile, quando ci era arrivato in sede l’assessore della cultura di Roma Miguel Gotor e collaboratori. Siamo riusciti a fare una gran bella figura e a dimostrare buona accoglienza a tanto di egregi ospiti. È in occasioni come questa e nel contesto di tante altre progettazioni e attività della scuola, che ritengo molto importante comunicare tempestivamente con i mass media quanto sta succedendo per rendere quanto più significativa la realtà scolastica minoritaria ai nostri connazionali e ad altri.

Altre attività meritorie e contributi che ha dato all’istruzione con il suo impegno e lavoro nello scorso anno scolastico, tali da essere stati riconosciuti a livello nazionale? Ce ne parli ancora…
Considero importante far parte a livello nazionale dell’Associazione dei presidi delle scuole medie-superiori di Croazia, in qualità di presidente della Sezione istriana. Ed è anche tramite questa presenza che le nostre scuole della minoranza si fanno conoscere meglio ed acquistano un’ulteriore visibilità. In questo ambito, vi sono diversi rappresentanti del settore che condividono l’idea di professionalizzare il posto di lavoro del dirigente e di non lasciare in balia dell’insicurezza materiale a causa del rischio di un futuro precario, le persone abilitate al ruolo di dirigente scolastico. Penso che quelle formative siano le uniche istituzioni in Croazia a mantenere in vigore l’autogoverno e l’instabilità della condizione dirigenziale.

Torniamo al premio. Che cosa significa questo riconoscimento per lei che, in quanto tale costituisce una valorizzazione del merito personale?
Sono qua perché credo in quello che faccio. É una scelta di vita che dopo tanti anni di lavoro sente di dover uscire dall’ambiente scuola e di battersi anche per i diritti della CNI. Per tale motivo, dall’anno scorso sono entrata a far parte della commissione governativa presso l’Ufficio per i i diritti umani e delle minoranze nazionali e l’aspetto che per me conta è quello di esservi dentro in qualità di rappresentante della comunità accademica, in quanto collaboro in vari ambiti universitari, presso la Facoltà di scienza per la formazione di Pola e quale esterna all’Ateneo Nord (Sveučilište Sjever), Facoltà per i media e la comunicazione, dove ho avuto modo di parlare dell’importanza dell’EDIT e della collaborazione con il nostro settore editoriale, che come tale conferisce quella già menzionata e tanto necessaria visibilità alla CNI e alle sue scuole.

Quanto conta il suo premio per l’istituzione formativa che si trova a dirigere in quanto scuola della CNI in Croazia, con delle specifiche esigenze e difficoltà relative? Indirettamente è stata premiata anche l’istituzione?
Certo che sì. Vada per le competizioni e la necessità di essere presenti un po’ ovunque, però, quando a essere premiato è un dirigente scolastico, anche la scuola ne esce indirettamente gratificata.

Secondo lei le donne, dirigenti, energiche e di successo sono una costante per la SMSI Dante? Sembra essere una smentita nei confronti di chi ritiene che la dirigenza non sia (ancora) donna?
Devo dire che non è stato facile portare avanti un ruolo prima detenuto da una persona dai grandi successi professionali come Claudia Millotti. Mantenere il passo è stata davvero una sfida. Reputo che si impara appena dopo più anni e mandati di esperienza. Il fattore donna, per il mondo scuola è fondamentale, in quanto credo che la medesima vede quest’ambiente come una seconda casa e il fatto di appartenere alla minoranza nazionale è un aspetto fondamentale che accende ancor più la volontà di trasmettere ai ragazzi il sentimento di appartenenza nazionale. Donne sì energiche, dicevamo, ma che nel tempo anche si logorano, mantenendo certi ritmi. Forse con questo premio sono arrivata al culmine della carriera o forse no. Vedremo cosa riserva il futuro. Intanto, ho alle spalle un anno top. Considero che la donna ha capacità multitasking, riesce a fare astrazione o selezione tra le cose contano di più o di meno. Aiuta il criterio della razionalità che arriva con l’esperienza. Mi ricordo che Claudia Millotti ha sempre detto: “Dobbiamo fare progetti” e penso veramente che bisogna farli, per aiutare i ragazzi ad allargare gli orizzonti con il sapere, parola d’ordine del qui ideato dalla nostra bibliotecaria Elda Pliško Horvat. Bisogna avere anche il coraggio di credere e mettersi in gioco con il cuore.

Progetti nel cassetto, idee da realizzare. Quali i percorsi che intende privilegiare, assegnandovi la precedenza?
Ogni cosa a suo tempo. Non voglio anticipare alcunché. Non lo faccio mai. Ho idee e progetti. Non sono superstiziosa, però finché non c’è certezza non mi piace uscire con le informazioni. Altrimenti detto, finché non vedo non ci credo…”

Se non parliamo di dono dell’ubiquità, dove trova la grinta per ricoprire incarichi che contano per la CNI, tra l’altro riuscendo a impegnarsi con zelo in campi e progetti particolarmente esigenti e significativi per la nostra Comunità?
Senza la famiglia niente. Essere solo in un mondo così complesso penso sia molto difficile. Per dirigere una scuola serve la razionalità e bisogna abbandonare le emozioni a casa, ma so che devo trovare il tempo libero per i miei cari e lo faccio conscia del fatto di averli sempre presenti al mio fianco, a costruire quella spinta emotiva e quella forza che solo gli affetti possono conferire.

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