Dazi Trump all’Ue, ecco i settori croati a rischio

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Dazi Trump all’Ue, ecco i settori croati a rischio
Foto Roni Brmalj

L’Associazione croata dei datori di lavoro (Hrvatska udruga poslodavaca – HUP) ha recentemente analizzato le possibili conseguenze delle minacce del presidente americano Donald Trump di introdurre dazi commerciali, concentrandosi in particolare sulla posizione dell’Europa centrale e orientale (CEE), inclusa la Croazia. Secondo l’analisi pubblicata nel “Focus della Settimana”, Trump ha basato gran parte della sua campagna presidenziale sull’introduzione di dazi contro i “nemici commerciali” degli Stati Uniti, prendendo di mira principalmente Cina, Messico e Canada, ma anche l’Unione europea, riporta l’agenzia Hina.

L’Ue, tuttavia, si sta preparando a una potenziale guerra commerciale con gli Stati Uniti attraverso una strategia a due vie: da un lato, sta valutando l’introduzione di dazi di ritorsione e altre contromisure, dall’altro, sta esplorando la possibilità di aprire negoziati con Washington. Se i dazi venissero effettivamente imposti, uno dei settori più colpiti nella regione dell’Europa centrale sarebbe l’industria farmaceutica, fortemente orientata all’esportazione.

L’analisi sottolinea che la Slovacchia è il Paese più dipendente dalle esportazioni verso gli Stati Uniti in termini di quota del Pil (oltre il 6%), seguita da Slovenia (5,8%) e Ungheria (5,1%). La Croazia, invece, esporta negli Stati Uniti beni per un valore pari a circa l’1% del suo PIL, principalmente prodotti farmaceutici (32,6% del totale). Proprio il settore farmaceutico dell’Europa centrale potrebbe essere il più colpito se Trump decidesse di “attaccare” con i dazi.

Nonostante le esportazioni croate verso gli Stati Uniti rappresentino solo l’1% del PIL, nel 2024 hanno superato per la prima volta il miliardo di euro, con una crescita significativa nei settori high-tech come farmaceutica, apparecchiature industriali, prodotti chimici ed elettronica. Inoltre, gli Stati Uniti sono diventati il principale mercato per l’esportazione di servizi IT dalla Croazia, con un valore che nel 2024 supererà i 200 milioni di euro.

L’HUP ha anche analizzato le recenti tendenze macroeconomiche in Croazia, evidenziando un calo della produzione industriale e una forte crescita dei consumi, ma con il rischio di un prolungato boicottaggio da parte dei commercianti. Nel quarto trimestre del 2024, la produzione industriale è diminuita dell’1% su base annua, dopo una crescita quasi nulla (0,2%) nel terzo trimestre. I settori più colpiti sono stati l’industria tessile, quella del legno e della carta, e quella metallurgica.

Anche il settore farmaceutico ha registrato un calo del 15,1% nell’ultimo trimestre, sebbene partendo da una base elevata. Tuttavia, la redditività futura del settore potrebbe essere minacciata dalla nuova Direttiva Ue sul trattamento delle acque reflue. D’altra parte, i settori ad alto valore aggiunto, come i trasporti, l’informatica, l’elettronica e le apparecchiature elettriche, hanno mostrato una forte crescita.

Il commercio al dettaglio ha continuato a crescere a un tasso del 6,6%, il doppio della media dell’Europa centrale e tre volte superiore a quella dei Paesi mediterranei dell’Ue. Tuttavia, l’effetto del boicottaggio dei commercianti potrebbe rallentare la crescita del Pil, che nel 2024 si attesterà al 3,5%, mantenendo la Croazia tra i Paesi con la crescita più alta dell’Ue.

Per il 2025, l’HUP prevede una crescita del Pil del 2,7%, con un aumento dei consumi privati del 4,5%, sostenuto da un aumento dei salari reali dell’8,5%. Tuttavia, il prolungato boicottaggio dei commercianti e la vulnerabilità del settore industriale rappresentano rischi significativi per l’economia croata. Inoltre, il contributo negativo delle esportazioni nette nel 2024 potrebbe ulteriormente rallentare la crescita, soprattutto in un contesto europeo che si trova sull’orlo della recessione.

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