Cultura in Slovenia. La CNI parte integrante e preziosa

Capodistria. Dibattito sul Programma ministeriale

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Cultura in Slovenia. La CNI parte integrante e preziosa

CAPODISTRIA | Una trentina di operatori culturali del Capodistriano hanno preso parte ieri mattina al Teatro di Capodistria, a un laboratorio sulla preparazione del Programma culturale sloveno. Suddivisi in gruppi di lavoro hanno affrontato i vari aspetti dell’attività culturale, la posizione degli operatori, delle Organizzazioni non governative e degli autonomi. Uno dei temi indicati come centrale è stato quello dell’interazione tra settore pubblico e privato, l’inclusione del capitale privato nelle iniziative culturali di ampio respiro. Il dibattito e lo scambio d’informazioni, impostati dal Ministero su scala regionale, vogliono raccogliere suggerimenti utili per stilare un programma di lavoro a medio termine che rispecchi le necessità e i desideri dei diretti interessati. Ai partecipanti ha rivolto un cenno di saluto la Segretaria di stato presso il Ministero della Cultura, Tanja Kerševan Smokvina. A una nostra specifica domanda sulla collocazione della cultura della Comunità nazionale italiana nel programma nazionale sloveno, la Kerševan Smokvina ha sottolineato senza esitare che, ovviamente, ne è parte integrante.

“La cultura minoritaria rappresenta per il governo sloveno una parte molto importante e preziosa della nostra società, non soltanto a livello locale, ma anche nazionale. Il dibattito rimarrà aperto ancora a lungo e vi saranno, pertanto, anche altre occasioni di apportare modifiche e aggiunte che riguardino la Comunità nazionale italiana”.

Nessun invito alla Can costiera

Nella macchina organizzativa di ieri qualcosa non ha funzionato, poiché la CAN costiera non è stata invitata ai laboratori. Abbiamo chiesto un commento al presidente, Alberto Scheriani. “Effettivamente non abbiamo avuto inviti per lo scambio d’opinioni a Capodistria e ciò ci dispiace. Come noto per noi la cultura è uno dei settori più importanti. Sarà stato un intoppo, che però non significa che non siamo in contatto con Lubiana e che non presentiamo le nostre posizioni. Anzi, abbiamo avuto modo di inviare un lungo promemoria su quelle che sono le nostre esigenze e su quelle che noi riteniamo siano le priorità. Devo ricordare che la CNI sta stilando la propria strategia culturale, un programma articolato, che dovrebbe essere pronto il mese prossimo. A Lubiana inoltre siamo intervenuti a favore della RTV i Capodistria, che dipende per i finanziamenti anche dal Dicastero della cultura. Abbiamo chiesto il consolidamento dei programmi italiani e la soluzione dei problemi legati agli organici. Circa i fondi per le attività culturali abbiamo rimarcato che le sovvenzioni sono bloccate ai livelli di decenni fa. Inoltre, abbiamo esposto la problematica dell’Agenzia AIA, che si occupa della pagina del Capodistriano pubblicata da “La Voce del popolo” e dove noi vediamo opportunità di sviluppo, a patto che si trovino i fondi necessari. Siamo intervenuti sulla politica linguistica nell’ambito della quale la posizione dell’italiano è fondamentale nel territorio e poggia sui dettami costituzionali e leggi vigenti. Non ci siamo soffermati soltanto sul bilinguismo visivo, ma anche sulla creazione di quadri per la pubblica amministrazione che siano bilingui. Sarà necessario intervenire nel comparto scolastico per le competenze linguistiche dei docenti di italiano nelle scuole slovene, non sempre all’altezza del compito loro affidato. Sottolineato il recupero della toponomastica. Tutti questi appunti sono contenuti nei documenti della CAN costiera. Ci aspettiamo che siano tenuti in considerazione e che nel corso delle prossime fasi del dibattito sul programma culturale, ci convochino a Lubiana per discuterne dettagliatamente. È in calendario, a breve, anche un incontro con il Ministro della Cultura, Zoran Poznič” ha concluso il presidente Scheriani.

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