Dopo che mercoledì ha preso il via al CRS di Rovigno la Scuola di formazione “Per un archivio della memoria” destinata alla raccolta di testimonianze orali che vede la partecipazione di studiosi e ricercatori, docenti, studenti e professionisti della Comunità Nazionale Italiana dell’Istria e di Fiume che intendono lavorare con le fonti orali in strutture archivistiche o per produzioni creative, audiovisive e multimediali, la giornata di ieri è stata una full immersion rivolta allo studio delle tematiche inerenti alla conservazione e al rinnovo della memoria dell’esodo, ma anche sulle modalità di come registrare, trascrivere e digitalizzare le informazioni acquisite.
A presiedere la seconda giornata della Scuola di formazione è stato Ezio Giuricin, presidente del Circolo di cultura istro-veneta Istria di Trieste, che unitamente all’AISO, l’Associazione Italiana di Storia Orale e il Centro di ricerche storiche di Rovigno e con la collaborazione dell’Unione Italiana, della locale Comunità degli Italiani “Pino Budicin” e dell’Ecomuseo Batana, ha organizzato l’evento.
Il programma del seminario, che terminerà oggi, prevede una serie di lezioni, raccolta di testimonianze e interviste sulla storia, le tradizioni linguistiche, culturali, socio-economiche e le esperienze della componente italiana del territorio e la sua complessa realtà multiculturale, lavori di gruppo, confronti tra i partecipanti e le riflessioni conclusive.
Presentato il Vademecum
Patrick Urru, durante la lezione “Registrazioni, trascrizioni, digitalizzazioni” che ha aperto la seconda giornata del corso di formazione al CRS, ha presentato il Vademecum per il trattamento delle fonti orali realizzato dall’AISO. “Il documento contiene indicazioni utili e importanti linee guida per coloro che lavorano con le fonti orali in quanto ricercatori, archivisti, bibliotecari o tecnici della documentazione. Il Vademecum è frutto di un lavoro collettivo e di un confronto interdisciplinare che ha coinvolto studiosi e conservatori di diverse generazioni, in rappresentanza dei principali soggetti che in Italia si occupano di archivi orali: il Ministero della Cultura, le università, alcuni istituti storici e molte delle associazioni impegnate nella ricerca con fonti orali”, ha spiegato Urru.
Archivio digitale
È seguito l’intervento di Matteo Al Kalak dal titolo “Come si costruisce un archivio della memoria?”, che ha offerto spunti utili per il processo di raccolta e catalogazione delle testimonianze. “Le testimonianze rimangono un modo importante e diretto per venire a conoscenza del passato. Oggigiorno è importante raccogliere e gestire al meglio le testimonianze di chi rimane”, ha spiegato Matteo Al Kalak, mentre Kristijan Knez ha esposto ai partecipanti il tema dal titolo “L’esperienza delle istituzioni della CNI”. “Per quanto riguarda le istituzioni della Comunità Nazionale Italiana in Croazia e Slovenia e la realtà delle associazioni degli esuli, l’obiettivo è di aggiornare e perfezionare le pratiche di raccolta e documentazione delle fonti orali, testimonianze e interviste, sulla storia, l’eredità culturale e linguistica e le tradizioni della componente italiana del territorio e di creare i presupposti per la realizzazione di una banca dati o archivio digitale comune delle fonti, testuali, audio e video, e di una rete per lo scambio dei dati”, ha detto Knez nel suo intervento.
Emiliano Loria, nella lezione svolta in modalità online, intitolata “L’esperienza della Società di studi fiumani”, ha ricordato l’importanza della conservazione della memoria. “Le storie raccontate hanno un significato molto profondo, hanno il potere di smuovere le coscienze. Il carico emotivo delle testimonianze ha una portata morale che può servire a relazionarci meglio in questo presente dilaniato dalle guerre”, ha detto Loria.
Le radici dell’identità
In conclusione, Donatella Schürzel, presidente del Comitato di Roma dell’ANVGD, docente e ricercatrice universitaria, ha parlato di come “Conservare e rinnovare la memoria dell’esodo”. “Le radici dell’identità sono così forti da non poter essere trapiantate né dagli esili, né dalle foibe e neppure da eventi tragici successi in passato”, ha dichiarato Donatella Schürzel ricordando alcuni aspetti del volume “Osimo negli organi di stampa. La negoziazione nel 1974 e l’associazione nel 1994 della Slovenia all’Unione europea”, presentato il mese scorso al CRS, che si presenta come un lavoro che vuole lasciare la possibilità di comprendere come davvero si sia mossa la stampa negli anni che hanno segnato il ventennio dagli anni ‘70 agli anni ‘90 del secolo scorso ribadendo inoltre l’importanza del mantenimento vivo della linfa della memorialità.
Dopodiché, nel pomeriggio, presso la sala conferenze del Centro di ricerche storiche di Rovigno, i partecipanti hanno avuto modo di mettere in pratica alcune delle nozioni acquisite durante le prime due giornate del corso, lavorando suddivisi in gruppi e svolgendo esercitazioni pratiche e laboratori sulle tecniche d’intervista.
Nel corso della giornata odierna, dedicata alle pratiche, a svolgere la sessione conclusiva della Scuola di Formazione sarà il presidente dell’AISO, nonché storico della memoria Antonio Canovi con la lezione intitolata “Geostorie e storie di continuità”. Seguiranno le interviste e i confronti di gruppo. A presiedere i lavori sarà il direttore del CRS Raul Marsetič.
L’evento si avvale del sostegno finanziario del Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale italiano e del Ministero della Cultura in base alla Legge 16 marzo 2001 n. 72. Anche grazie a questo sostegno economico gli interventi sono trasmessi in streaming su piattaforma Google – Meet e possono essere seguiti su YouTube collegandosi dal sito internet del Circolo Istria https://circoloistria.com/, nonché sui siti di AISO e del CRS http://aisoitalia.org/,https://crsrv.org/.
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