Croazia. «Tassare di più le rendite»

L’Associazione dei datori di lavoro esorta a rivedere il sistema fiscale e a colpire i proventi dalle locazioni

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Croazia. «Tassare di più le rendite»

L’Associazione croata dei datori di lavoro (HUP) ha sollecitato a riflettere sulla sostenibilità di un sistema fiscale che privilegia la rendita rispetto all’imprenditoria. “Un sistema fiscale che obera pesantemente il lavoro, tralasciando al contempo di tassare le rendite lancia un messaggio pericoloso, ovvero che è meglio vivere facendo affidamento sul reddito da capitale piuttosto che lavorare”, ha affermato la direttrice dell’HUP, Irena Weber, ieri, durante la prima edizione del Caffè economico (Ekonomska kava), un ciclo di appuntamenti promosso dall’organizzazione per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi di attualità.
Fisco troppo duro con i lavoratori
“Le tasse sul lavoro sono notevolmente maggiori, di varie volte, rispetto a quelle sui proventi delle locazioni. Quando si versa uno stipendio netto di 10mila kune al mese si è tenuti a versare 18mila kune all’anno a titolo d’imposta sul reddito. D’altro canto affittando alloggi ai turisti si possono incamerare 300mila kune all’anno e pagare soltanto 300 kune di tassa forfettaria all’anno per ciascun posto letto dichiarato”, ha detto Irena Weber, puntualizzando che l’HUP chiede sgravi fiscali ossia che il lavoro e i proventi derivanti dalla locazione turistica siano equiparati, quando quest’ultima si trasforma in una professione per chi la pratica, smettendo d’essere ciò che l’ordinamento croato definisce una piccola attività.
Tendere alla neutralità tributaria
L’HUP ha proposto che l’importo non imponibile sia aumentato a 5.000 kune, che l’aliquota più bassa della tassa sul reddito sia ridotta dal 20 al 15 p.c. e che quella più alta sia applicata soltanto alle retribuzioni superiori alle 50mila kune mensili. “Dobbiamo cambiare la nostra politica fiscale se desideriamo far rimanere in Patria i talenti nostrani e attirare in Croazia quelli degli altri Paesi”, ha dichiarato la direttrice dell’HUP. L’esperto di questioni fiscali, Hrvoje Zgombić, ha affermato che è indispensabile tendere alla neutralità tributaria, poiché in caso contrario è logico che chi decide d’investire lo farà nei settori meno tassati.
Riflettori pure sugli interessi
A sua volta l’analista economico Andrej Grubišić ha rilevato che ormai molti cittadini croati possono fare affidamento su qualche forma di rendita. Ha notato che anche gli interessi maturati sui risparmi depositati in banca o gli interessi generati dalle cosiddette obbligazioni popolari possono essere considerati una rendita, nonostante quest’ultima nell’immaginario collettivo si leghi principalmente all’affitto di alloggi ai turisti.
Una situazione «paradossale»
“È paradossale – ha proseguito – che si sia in presenza di casi dove si conducono attività imprenditoriali serie praticamente esentasse. Naturalmente bisogna anche evitare di gravare le medesime oltremodo”.
Grubišić reputa che i proventi fiscali dello sfruttamento commerciale degli immobili debbano essere destinati alle autonomie locali in modo da finanziare l’infrastruttura delle medesime e applicare un’aliquota unica. “Non si tratta di uno scenario ideale, ma si tratta pur sempre di una soluzione migliore rispetto a quella attuale”, ha affermato. Gli ha fatto eco Hrvoje Stojić, capo economista in seno all’HUP, il quale ha rilevato che la cosa migliore è avere un sistema fiscale quanto più semplice e prevedibile. Per gli affittacamere privati si prospettano, dunque, tempi più duri se questi inviti saranno recepiti.

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