Croazia. Sulla scena politica tira aria di novità

Si fa sempre più acceso il confronto tra gli schieramenti tradizionali, in particolare HDZ ed SDP, ma emergono anche formazioni e personaggi nuovi

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Croazia. Sulla scena politica tira aria di novità

La scena politica croata è sempre più in fermento, man mano che si avvicinano le elezioni politiche. La grande novità è l’annuncio del docente universitario di italianistica e noto analista politico, Nino Raspudić, di voler correre alle elezioni da indipendente nelle liste del Most. Il suo slogan sarà “La Croazia si risveglia”. Anche la sua consorte Marija Selak Raspudić, docente di filosofia, scenderà in campo nelle file del Ponte delle liste indipendenti. Nino Raspudić ha sottolineato che ormai da una decina di anni è presente sulla scena politica quale editorialista e analista, per cui si può dire che è impegnato politicamente già da tempo, pur non avendo mai finora indossato una casacca politica. Il noto editorialista non ha mai fatto mistero delle sue posizioni vicine alla destra croata, ma a una destra che vuole apparire moderata, illuminata, aperta al dialogo e che nulla ha a che vedere con l’estremismo. In ogni caso il Most, con le defezioni negli ultimi tempi di alcuni dei suoi personaggi di punta e con l’acquisizione di volti nuovi, ma non sconosciuti al vasto pubblico, si va chiaramente profilando da un punto di vista politico. In altre parole non è più come il Ponte delle liste indipendenti d’una volta, che giurava e spergiurava di non voler avere nulla a che fare con le ideologie. Il cambio di rotta d’altronde è inevitabile, perché la prassi ha dimostrato che i movimenti i cui membri non sono uniti almeno da un minimo d’intesa politica su alcuni principi di fondo, difficilmente possono fare strada senza sciogliersi ben presto come neve al sole.
Sempre ieri a presentare il suo programma e una parte dei suoi componenti è stato il Partito con nome e cognome, una formazione dal nome (e cognome) sicuramente originale. Questo schieramento vuole dare spazio soprattutto agli organi programmatici, senza puntare su una leadership chiara: un altro “esperimento” dietro al quale vi sarebbe la lunga mano dell’analista Ivica Relković, considerato a suo tempo uno dei fautori del successo iniziale del Most. In questo caso l’impressione è di trovarsi di fronte a una formazione d’ispirazione di sinistra, in quanto pone la sua attenzione sulla sanità (con la volontà di ridurre le liste d’attesa), sulla lotta alla corruzione, con il ricorso alla prevenzione ed è fortemente contraria a ogni limitazione del diritto all’aborto e favorevole invece al divieto del saluto di matrice ustascia “Za dom spremni” (Per la patria pronti). Per quanto concerne la riforma delle autonomie locali e regionali, il Partito con nome e cognome, oltre a voler ridurre di cinque volte il numero di Città e Comuni ha nel mirino anche le Regioni, considerate come un modo per permettere alla casta politica di HDZ ed SDP di prosperare. L’attacco alle Regioni, chiaramente, non piacerà in Istria, dove si cerca con le unghie e con i denti di difendere la soggettività della penisola.
Štromar nuovo leader dell’HNS
L’apparizione sulla scena di nuovi partiti e la ventata di freschezza nelle file del Most rischiano di restringere ulteriormente gli spazi per i partiti storici che gravitano nell’area liberale e di centro, tra cui i Popolari che ieri, con una votazione online, hanno eletto il vicepremier Predrag Štromar quale loto nuovo leader. Štromar si è imposto su Boris Blažeković. I sondaggi per il momento non premiano né il Ponte delle liste indipendenti né i nuovi schieramenti, né men che meno i piccoli partiti tradizionali di centro, che difficilmente possono trovare spazio a meno che non si aggreghino al carro dell’HDZ e in particolare dei Socialdemocratici. Sono questi ultimi infatti che hanno messo insieme un’allenza che potrebbe rivelarsi vincente, dal nome Restart, che ha raccolto parte dei “frammenti” della vecchia coalizione liberale di Amsterdam e che potrebbe far salire sul proprio carro nell’Ottava circoscrizione anche PGS e DDI.
Disfida Bernardić-Sanader
Il leader socialdemocratico, Davor Bernardić, è consapevole che l’emergenza sanitaria ha fatto balzare in primo piano, con tanto di inevitabili ricadute politiche, la Task force della Protezione civile, per cui ha deciso chiaramente di passare al contrattacco. Lo ha fatto a Spalato dove ha affermato che è assolutamente inaccettabile che nessuno finora a oggi sia stato chiamato alle sue reponsabilità per il decesso di 18 assistiti della Casa di riposo “Split” falciati dal coronavirus. In quest’ambito ha sostenuto che “il premier Andrej Plenković difende il pupillo di Ante Sanader”, ovvero il direttore della Casa di riposo della discordia, Škaričić. Per tutta risposta Sanader ha detto che nell’SDP considerano Bernardić un “esperimento fallito”.
Tornando al leader SDP questi ha sottolineato che per aiutare il turismo “il prossimo governo a guida SDP” dopo le elezioni provvederà sicuramente a ridurre al 10 p.c. l’imposta sul valore aggiunto per il settore alberghiero. Bernardić ha anche annunciato le linee programmatiche della coalizione Restart, ossia la digitalizzazione completa del Paese, il ripristino dell’USKOK fiscale e l’emanazione della legge per fare luce sulla provenienza dei beni di chi si è arricchito troppo in fretta.

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