
Negli ultimi giorni, l’Ispettorato di Stato ha intensificato i controlli nei locali pubblici per verificare il rispetto del divieto di fumo negli spazi chiusi. Secondo quanto riportato da Tportal, in un bar un ispettore ha fotografato dei portacenere su una terrazza chiusa e vetrata. Pochi giorni dopo, al locale è stata inflitta una multa di 15.000 euro, mentre il proprietario ha dovuto pagare ulteriori 5.000 euro di sanzione.
Sebbene possa sembrare un provvedimento severo, la presidente dell’Associazione delle attività di ristorazione della Camera di commercio croata, Jelena Tabak, non si stupisce di tale applicazione della normativa. “Qualcuno deve pur controllare il rispetto delle regole”, ha dichiarato.
Controlli intensificati
“La scorsa settimana sono iniziate le ispezioni a Zagabria e Spalato. Non c’è nulla di nuovo: la legge è in vigore dall’ultima modifica avvenuta prima del Covid. I controlli erano stati avviati, ma la pandemia ne ha interrotto l’attuazione. Ora gli ispettori stanno verificando nel dettaglio ciò che negli ultimi due o tre anni non era stato controllato”, ha spiegato Tabak.
L’Ispettorato di Stato ha confermato che le ispezioni sanitarie sono rivolte sia a persone giuridiche che fisiche che operano nel settore della ristorazione. La normativa principale che regola il divieto di fumo è l’articolo 25 della legge sulla limitazione dell’uso del tabacco e prodotti affini. Tale legge vieta il fumo di tabacco, prodotti vegetali, sigarette elettroniche con o senza nicotina e pipe ad acqua in tutti gli spazi pubblici chiusi. Tuttavia, esiste un’eccezione per le aree appositamente dedicate ai fumatori nei locali che rispettano determinati criteri.
Le aree fumatori devono essere completamente chiuse e fisicamente separate dagli altri spazi interni. La loro superficie minima deve essere di 10 metri quadrati e non possono occupare più del 20% dell’area complessiva destinata al servizio ai clienti. Inoltre, devono rispettare precisi requisiti tecnici e non possono essere serviti cibi o bevande al loro interno.
Eccezioni alla regola
Gli unici locali esenti dal divieto totale sono quelli interamente dedicati ai fumatori, a patto che rispettino criteri specifici, principalmente legati alla ventilazione, e ottengano un’autorizzazione dal Ministero della Salute. Alcuni gestori, per conformarsi alla normativa, hanno iniziato a esporre adesivi con la scritta “Vietato fumare”.
“Nei locali dove si serve cibo, il divieto di fumo è quasi scontato, soprattutto in quelli che promuovono uno stile di vita sano, come i ristoranti vegetariani. Nei bar, invece, il fumo è consentito solo se vengono rispettati tutti i requisiti infrastrutturali. In caso contrario, i clienti devono fumare all’esterno. Alcuni frequentatori di caffetterie non gradiscono il fumo, quindi i locali non fumatori non subiscono necessariamente un calo di clientela”, ha spiegato Tabak.
Multe elevate per i trasgressori
Dall’inizio dell’anno, i controlli effettuati dalla Sanità hanno rilevato irregolarità nel 51% dei 309 accertamenti svolti. Le sanzioni per i trasgressori sono piuttosto pesanti: le multe vanno da 9.290,60 a 19.908,42 euro per le persone giuridiche e da 663,61 a 1.990,84 euro per le persone fisiche o i responsabili legali dei locali.
Con i controlli ora intensificati, i gestori dei locali sono chiamati a rispettare rigorosamente la normativa per evitare pesanti sanzioni.
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