Croazia, stampa in crisi. Tisak, stop alla distribuzione di quotidiani e riviste

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Croazia, stampa in crisi. Tisak, stop alla distribuzione di quotidiani e riviste
Un'edicola della Tisak.. Foto: Damir Spehar/PIXSELL

Il settore della stampa in Croazia si trova ad affrontare una sfida senza precedenti. Tisak, il più grande distributore di quotidiani e riviste del Paese, ha annunciato che interromperà la distribuzione di materiale stampato. La decisione è stata confermata dal gruppo, che è di proprietà di Fortenova negli ultimi cinque anni.

Come scrive Matea Čelebija su index.hr, Tisak continuerà a vendere quotidiani e riviste nei suoi oltre 1.000 punti vendita, ma non si occuperà più di distribuirli a terzi. “Distribuivamo a una rete di oltre 3.000 punti in Croazia, ma questa attività non rientra più nel nostro core business”, ha dichiarato l’azienda. La scelta è stata motivata dall’obiettivo di rendere l’attività sostenibile a lungo termine, preservando i posti di lavoro per oltre 2.000 dipendenti.

La decisione di Tisak rischia di avere un impatto devastante sulla stampa croata. Hrvoje Zovko, presidente dell’Ordine dei giornalisti (Hnd), ha avvertito che il Paese potrebbe diventare l’unico nell’Ue senza giornali nell’edicole. La mancanza di distribuzione metterebbe in pericolo non solo la disponibilità di giornali, ma anche centinaia di posti di lavoro nel settore editoriale.

“Le redazioni delle testate informative quotidiane e settimanali sono tra le più grandi. La loro chiusura sarebbe una grave perdita per la professione giornalistica”, ha dichiarato Zovko a index.hr. Secondo il presidente dell’Hnd, la distribuzione potrebbe essere garantita dalle Hrvatske Pošte (Poste Croate), come avviene in altri Paesi europei grazie a sovvenzioni statali.

Zovko ha sottolineato che il governo dovrebbe intervenire per proteggere il pluralismo dei media, previsto dalla legge sui media. Una possibile soluzione potrebbe includere sovvenzioni statali per la distribuzione, accompagnate da garanzie per evitare licenziamenti di massa tra i lavoratori del settore.

Nonostante l’allarme, Zovko si mostra ottimista. “Siamo in contatto con editori, associazioni di categoria e il ministero della Cultura e dei Media per trovare una soluzione. Sono fiducioso che riusciremo a salvare i posti di lavoro e a garantire la continuità della distribuzione”, ha concluso.

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