Croazia. Sono troppi gli alunni che pensano al suicidio

In Croazia l’11,2 p.c. degli allievi delle prime classi medie superiori ha pensato di togliersi la vita. L’aiuto di psichiatri e psicologi è sempre più richiesto

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Croazia. Sono troppi gli alunni che pensano al suicidio
L’Ospedale psichiatrico per i bambini e i giovani di Zagabria. Photo: Robert Anic/PIXSELL

L’11,2 p.c. degli alunni delle prime classi delle scuole medie superiori in Croazia ha preso in considerazione la possibilità di togliersi la vita. Lo rivela uno studio condotto ricorrendo a un questionario YP Core durante l’anno scolastico 2021/22 dall’Istituto croato per la sanità pubblica (HZJZ). Il CORE Young Person è uno strumento di valutazione pre e post intervento, cioè di valutazione di esito. Una checklist pensata per persone tra gli 11 e i 16 anni che cerca di definire il livello di problematicità e il funzionamento della persona. La direttrice dell’Istituto didattico per la salute pubblica (NZJZ) della Regione di Spalato e della Dalmazia, Željka Karin, ha rilevato che gli alunni che hanno risposto positivamente alla domanda se hanno mai pensato di farsi del male sono a rischio e devono obbligatoriamente essere indirizzati a rivolgersi a uno specialista in medicina scolastica, a uno psichiatra o a uno psicologo. Ha puntualizzato, inoltre, che i loro genitori devono essere informati.
Anita Lauri Korajlija, professoressa straordinaria in seno alla Cattedra per la salute e la psicologia clinica della Facoltà di Filosofia dell’Università di Zagabria, ha dichiarato che l’aiuto degli psichiatri e degli psicologi è sempre più richiesto nel caso dei ragazzi e dei giovani. A conferma di quest’ultima tesi ha notato che il numero delle impegnative rilasciate ai ragazzi o ai giovani affinché si sottopongano a una visita psichiatrica è aumentato del 280 p.c. nell’arco di qualche anno. “Non si tratta di un problema che tange esclusivamente la Croazia. Parliamo di un fenomeno globale, in particolare nel caso delle ragazze. È un dato di fatto che fino a poco tempo fa eravamo costretti a fare i conti con una pandemia che ha inciso sui ragazzi e sui giovani, in particolare perché sono rimasti isolati”, ha osservato Anita Lauri Korajlija. “La peculiarità croata consiste nel fatto che da noi mancano gli esperti”, ha affermato la professoressa riferendosi alla carenza di psicologi e psichiatri nell’assistenza sanitaria di primo livello, come pure al fatto che non tutte le scuole hanno in organico uno psicologo. Ha notato, inoltre, che in media in Croazia si è costretti ad attendere tre mesi per essere ricevuti da uno psichiatra del servizio pubblico o convenzionato con la sanità pubblica.
Il direttore della Clinica psichiatrica del Centro clinico ospedaliero di Spalato, Trpimir Glavina, ha osservato che nel 2021 nel Policlinico per la psichiatria adolescenziale e nel Day hospital spalatini sono stati visitati 665 pazienti, l’anno successivo 803 e nei soli primi quattro mesi di quest’anno 452 pazienti. “Nel Pronto soccorso psichiatrico, aperto 24 ore su 24, nel 2021 sono stati visitati 158 ragazzi fino ai 18 anni d’età, mentre nel 2022 le visite sono diventate 220. Considerato che all’Ospedale spalatino, che dovrebbe poter fare affidamento almeno su quattro se non cinque specialisti in psichiatria infantile e adolescenziale, c’è una carenza di risorse umane e di conseguenza e che, a causa delle difficoltà nell’organizzare i turni di guardia, il nosocomio non dispone di un servizio stazionario, l’anno scorso 37 bambini e adolescenti residenti in Dalmazia sono stati indirizzati ad affidarsi alle cure dell’Ospedale psichiatrico per i bambini e gli adolescenti di Zagabria”, ha detto il dottor Glavina. Ha rilevato che uno dei motivi che hanno portato alla crescita del numero delle persone che si rivolgono agli psichiatri, sta nel fatto che la sensibilità della società è aumentata e di conseguenza i pazienti che si sottopongono alle loro cure non sono più stigmatizzati dall’opinione pubblica. “In parte il problema al quale ci stiamo riferendo è stato provocato dalla tecnologia che ha alienato una parte della popolazione, in particolare i giovani dal mondo reale. Trascorrono sempre meno tempo in compagnia e diventano sempre di più dei casi autistici. Manca la comunicazione, ma bisogna anche dire che è presente un’assenza d’autorità, di competenze e di educazione”, ha rilevato Glavina. Ha osservato che ormai i ragazzi e i giovani si sentono tormentati e oppressi a causa di qualsiasi cosa e che la maggior parte di coloro i quali si rivolgono ai medici per un aiuto lo fanno per disturbi comportamentali, ansia, depressione o vari tipi di dipendenza. Ha sollecitato i genitori a rivolgersi ai medici non appena notano che i loro figli stanno iniziando a sviluppare dei problemi comportamentali in quanto con una terapia mirata e un intervento o tempestivo si può aiutare moltissimo i pazienti.

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