Le sanzioni contro la Russia a causa dell’invasione dell’Ucraina spingono la Croazia a ricercare fonti alternative d’approvvigionamento di idrocarburi. A parte i giacimenti dell’Alto Adriatico, la Croazia, come ha ribadito il ministro dell’Economia, Davor Filipović, ha l’opportunità di diventare lo snodo energetico dell’Europa centrale. Così l’Oleodotto adriatico, anche senza investimenti aggiuntivi, è in grado di soddisfare tutte le necessità dell’Ungheria in fatto di forniture di petrolio. Il governo di Zagabria intende investire però nel raddoppio delle capacità del rigassificatore di Castelmuschio (Omišalj) sull’isola di Veglia fino a portarle a 6,1 miliardi di metri cubi. In tal modo l’impianto potrebbe soddisfare il fabbisogno sia della Croazia che della Slovenia e assicurare a tempo debito forniture di gas anche all’Ungheria e alla Bosnia ed Erzegovina. L’Europa – ha sottolineato il ministro Davor Filipović – è vivamente interessata al potenziamento del rigassificatore di Castelmuschio. Zagabria, dunque, non resta con le mani in mano, di fronte ai drastici cambiamenti del quadro energetico del Vecchio continente. Visto l’embargo contro la Russia si fa tutto il necessario per assicurare fonti alternative di idrocarburi. Il ministro Davor Filipović ha ribadito inoltre che attraverso l’Oleodotto Adriatico non passa il petrolio russo. Per garantire approvvigionamenti sicuri di metano le scorte di gas nel deposito sotterraneo nazionale entro il primo novembre saranno pari al 90 per cento delle sue capacità.