
Rapporti così tesi non si vedevano da diverso tempo. Croazia e Serbia sono ai ferri corti e non lo nascondono. Anzi, lo palesano chiaramente a suon di comunicati in cui si accusano a vicenda.
Il Ministero degli Affari esteri ed Europei croato ha pubblicato raccomandazioni riguardanti i viaggi verso la Serbia.
Le autorità croate consigliano di “posticipare tutti i viaggi non essenziali” e di mantenere un alto livello di prudenza. Si raccomanda inoltre di seguire attentamente l’evolversi della situazione e di informarsi in modo dettagliato prima di mettersi in viaggio, a causa di comportamenti definiti inappropriati e infondati da parte delle autorità serbe nei confronti dei cittadini croati. Ai cittadini croati viene suggerito di evitare luoghi di grande assembramento.
L’episodio delle attiviste croate
La protesta formale della Croazia si riferisce a un episodio avvenuto di recente: cinque cittadine croate, rappresentanti di organizzazioni non governative, che partecipavano a workshop organizzati dalla fondazione Erste Stiftung a Belgrado, sono state trattenute durante la notte dalla polizia serba. Le autorità serbe le hanno successivamente espulse dal Paese, vietando loro l’ingresso per un anno.
La questione ha sollevato polemiche, con il ministero degli Affari Eesteri serbo che ha condannato le accuse mosse da funzionari e politici croati. In una dichiarazione, il ministero serbo ha affermato che le cinque cittadine croate sono state trattate “in conformità con le procedure legali e la prassi internazionale abituale”, definendo inappropriate le accuse secondo cui la Serbia avrebbe limitato la libertà di movimento e di espressione.
Secondo il nota, la Serbia “rimane interessata a costruire relazioni armoniose e produttive con tutti i suoi vicini, inclusa la Croazia”. Tuttavia, ha sottolineato che tali rapporti devono basarsi su sforzi reciproci e non su dichiarazioni pubbliche che, a detta delle autorità serbe, “alimentano sentimenti anti-serbi in Croazia”. Inoltre, la Serbia ha denunciato “ingerenze grossolane nei processi politici interni”.
La preoccupazione dell’Unione europea
Anche la Commissione europea ha espresso preoccupazione per il trattamento riservato dalla Serbia ai cittadini croati e di altri Stati membri dell’Ue. In una nota, la Commissione ha dichiarato: “Siamo preoccupati per il fatto che attivisti pacifici della società civile provenienti da Paesi membri dell’Ue e della regione dei Balcani occidentali siano stati detenuti e successivamente espulsi con la motivazione che rappresenterebbero un ’rischio per la sicurezza’”.
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