Croazia. Sempre più manodopera dall’estero

Edilizia e turismo ormai non possono più fare a meno dei lavoratori stranieri. Molti i filippini e i nepalesi

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Croazia. Sempre più manodopera dall’estero
Foto: Patrik Macek/PIXSELL

L’economia croata ormai non può più fare a meno dei lavoratori stranieri. Tutte le barriere amministrative per l’assunzione di manodopera dall’estero sono già cadute, senza però che questo abbia avuto effetti di rilievo sul mercato del lavoro nazionale, in quanto il tasso di disoccupazione è ormai ai minimi storici. Come ha sottolineato l’analista Predrag Bejaković, i settori che hanno maggiormente bisogno di lavoratori provenienti dall’estero per andare avanti sono il turismo e l’edilizia.

Cifre eloquenti

Le cifre parlano chiaro: dieci anni fa erano stati concessi 4.500 permessi di lavoro nell’arco di un anno, mentre nel 2022 sono stati 125mila.
È noto che negli ultimi anni il problema della mancanza di forza lavoro – dovuto anche al calo demografico e all’esodo strisciante dei giovani verso l’Europa occidentale – ha portato all’intensificazione di un’ondata di immigrazione che parte da Paesi con un tasso di sviluppo e con un tenore di vita inferiore rispetto a quello croato. Secondo gli analisti seppure il numero di lavoratori stranieri continui a crescere, nel corso della prossima stagione turistica mancheranno circa 35mila persone. Questo non è un problema di facile soluzione, quindi non possiamo aspettarci un cambiamento dall’oggi al domani. I mestieri più ricercati negli ultimi anni sono quelli del cuoco, del cameriere, dell’operaio edile e dell’addetto alla copertura dei tetti. Se non fosse per gli stranieri attualmente presenti in Croazia, questi settori economici subirebbero una battuta d’arresto. E se fino a un anno fa a svolgerli erano i lavoratori degli altri Paesi dell’ex Jugoslavia, con l’esaurimento di questo serbatoio di manodopera e con lo scoppio della guerra in Ucraina, gli equilibri sono cambiati. Secondo gli esperti rispetto a dieci anni fa i lavoratori ora sono in una posizione nettamente più favorevole, in quanto possono contrattare quasi ad armi pari con i datori di lavoro e ottenere condizioni lavorative migliori.
Se dieci anni fa, come rilevato, erano stati concessi soltanto 4.500 permessi di lavoro nell’arco di un anno, già nel 2022 il numero dei lavoratori stranieri era praticamente venti volte superiore.

Bene accetti dalla popolazione

Va detto comunque che dieci anni fa i permessi di lavoro per gli stranieri erano contingentati, mentre ora le limitazioni sono state tolte dal governo presieduto da Andrej Plenković, in seguito alle pressioni degli imprenditori, per dare modo all’economia di “respirare a pieni polmoni”. Ma ormai non sono soltanto gli imprenditori privati ad assumere stranieri. Succede allora, ad esempio, che a Ragusa (Dubrovnik) il postino venga dalle Filippine o che a Varaždin la municipalizzata “Čistoća” abbia assunto sei nepalesi. In questi casi, visto che si tratta di persone che non conoscono la lingua e vengono da Paesi culturalmente molto diversi, è essenziale che i cittadini croati dimostrino una mentalità aperta e tollerante nei loro confronti. E questo atteggiamento puntualmente finora c’è stato. Non si lamentano né i filippini né i nepalesi: tutti rilevano di essere stati accolti senza difficoltà di sorta e di essere bene accetti dalla popolazione locale.
Permessi, già 30mila richieste
La direttrice dell’Associazione croata dei datori di lavoro, Irena Weber, spiega che non esiste un’alternativa all’apertura delle frontiere alla manodopera proveniente dall’estero. Se si vuole mantenere vivo e attivo il settore del turismo, ma anche quello edile, bisogna “importare” lavoratori da altri Paesi. Per questo motivo soltanto nei primi due mesi di quest’anno sono state consegnate ben 30mila richieste di permessi di lavoro. L’arrivo di manodopera dall’estero però, come evidenziato, non ha avuto effetti negativi sui livelli occupazionali della popolazione locale. Il tasso di disoccupazione infatti non è mai stato così basso e, secondo gli esperti, è destinato a scendere ulteriormente con l’inizio della stagione turistica. E allo stesso modo è destinato a salire il numero dei lavoratori dall’estero.

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