
Il Ministero del Lavoro e del Sistema pensionistico della Croazia sta lavorando a una nuova proposta di legge sulla previdenza sociale, che dovrebbe essere presentata entro la primavera del 2025. Questo nuovo disegno di legge mira a risolvere alcune problematiche legate al sistema pensionistico, che negli ultimi 25 anni ha subito numerose modifiche. Tra i principali cambiamenti previsti figurano l’aumento dell’integrazione per le pensioni delle madri, una nuova formula per l’adeguamento delle pensioni e l’introduzione di una pensione aggiuntiva permanente, la cosiddetta “tredicesima”, il cui importo dipenderà dalla durata della vita lavorativa.
L’attuale sistema pensionistico sarà sottoposto a una revisione completa, basata anche su una recente analisi della Banca Mondiale. Secondo questo documento, senza una riforma approfondita che includa misure sia “popolari” che “impopolari”, il livello delle pensioni croate rispetto agli stipendi potrebbe diminuire drasticamente nei prossimi anni. Tra le misure popolari, si prevede un aumento del 3% per le pensioni minime, e l’incremento del bonus pensionistico, attualmente fissato tra il 4% e il 27%, a un intervallo tra il 7% e il 30%. Tuttavia, le misure impopolari includerebbero l’aumento dell’età pensionabile, una questione che il governo del premier Andrej Plenković ha già dichiarato di non voler affrontare.
In passato, il governo ha cercato di aumentare l’età pensionabile a 67 anni, una decisione ritirata dopo una massiccia protesta che ha raccolto oltre 700.000 firme. Nonostante ciò, la Banca Mondiale continua a proporre un allungamento graduale della vita lavorativa, con due scenari possibili: uno “lento” che vedrebbe l’aumento dell’età per la pensione anticipata a 62 anni entro il 2038, e un altro più “rapido” che raggiungerebbe lo stesso obiettivo entro il 2030. Inoltre, il sistema prevede che l’età pensionabile aumenti automaticamente in base all’aspettativa di vita, arrivando a 68 anni entro il 2039 e a 72 anni entro il 2063.
Un aspetto cruciale della riforma riguarda i giovani che iniziano ora a lavorare: potrebbero andare in pensione solo nell’ottavo decennio di vita. La differenza tra pensione anticipata e piena pensione si ridurrebbe a soli tre anni, mentre i lavoratori con carriere lunghe dovrebbero avere 42 anni di servizio e 62 anni di età per andare in pensione senza penalità, rispetto ai 60 anni di età e 41 anni di servizio richiesti oggi.
Un altro cambiamento proposto dalla Banca Mondiale è l’aumento della penalizzazione per la pensione anticipata, che passerebbe dallo 0,2% al mese allo 0,3-0,4%. Le associazioni dei pensionati croati, tuttavia, chiedono la completa abolizione delle penalizzazioni al compimento dei 65 anni, o al massimo a 70 anni.
Il Ministero del Lavoro, guidato da Marin Piletić, ha assicurato che le misure più drastiche proposte dalla Banca Mondiale non saranno incluse nella nuova legge. Tra le modifiche, oltre alla revisione della formula di adeguamento delle pensioni, si prevede un miglioramento per i titolari di pensioni di invalidità e l’eliminazione delle restrizioni sul bonus pensionistico per chi continua a lavorare dopo i 65 anni. Attualmente, il bonus può essere ottenuto solo dai lavoratori con più di 35 anni di servizio, fino a un massimo del 27% per cinque anni di lavoro aggiuntivo. Questo limite di cinque anni sarà probabilmente eliminato.
Il Ministero punta a far approvare la prima bozza del disegno di legge entro marzo 2025, con l’obiettivo di finalizzarlo entro l’estate, nonostante l’imminente doppia tornata elettorale, con le elezioni presidenziali e locali alle porte.
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.