
A partire da luglio, ottenere un prestito in Croazia sarà molto più difficile. La Banca centrale croata (HNB) ha annunciato una nuova serie di misure restrittive per limitare il rischio legato alla crescita eccessiva dei crediti al consumo e dei mutui immobiliari. La decisione arriva in un momento in cui l’indebitamento delle famiglie sta raggiungendo livelli preoccupanti, spinto soprattutto dai tassi ancora relativamente bassi e dai prezzi degli immobili in costante crescita.
Le nuove regole, che entreranno in vigore il 1º luglio, prevedono una stretta significativa sia sui prestiti al consumo che sui mutui per l’acquisto della casa. Secondo gli analisti, le famiglie con redditi medio-bassi saranno le più colpite, soprattutto quelle che hanno già uno o più prestiti in corso, scrive tportal.
Prestiti personali: durata più breve e vincoli severi
Una delle novità più rilevanti riguarda i prestiti personali, detti anche prestiti al consumo. Da luglio, la durata massima di questi finanziamenti sarà limitata a 10 anni, mentre il rapporto tra l’importo della rata mensile e il reddito disponibile (cosiddetto DSTI – Debt Service to Income ratio) non potrà superare il 40%.
In parole semplici, chi guadagna ad esempio 1.000 euro netti al mese, non potrà avere una rata del prestito superiore ai 400 euro. L’obiettivo della misura è quello di evitare situazioni di sovraindebitamento, sempre più frequenti negli ultimi anni, soprattutto tra i giovani e i lavoratori precari.
Le banche potranno comunque fare eccezioni, ma solo in misura limitata: massimo il 10% del totale dei prestiti potrà derogare a questi vincoli.
Mutui: contributo minimo obbligatorio e limiti al debito
Anche chi intende acquistare una casa dovrà fare i conti con regole più stringenti. Il mutuo ipotecario non potrà superare il 90% del valore dell’immobile. Questo significa che il futuro proprietario dovrà disporre almeno del 10% del valore dell’immobile in contanti o altre garanzie.
Il rapporto rata/reddito sarà leggermente più generoso rispetto ai prestiti al consumo, ma comunque rigido: massimo 45%. Anche qui, sarà consentita una certa flessibilità, ma solo per il 20% dei mutui concessi.
Perché questa stretta?
Secondo la Banca centrale, l’obiettivo principale è quello di preservare la stabilità del sistema finanziario. Negli ultimi anni, la crescita del credito privato è stata più rapida rispetto alla crescita del reddito disponibile. Inoltre, il mercato immobiliare mostra segni di surriscaldamento, con i prezzi degli appartamenti in alcune zone urbane che hanno superato i livelli del 2008, anno della grande crisi.
“Non vogliamo bloccare l’accesso al credito, ma renderlo più responsabile”, ha dichiarato un portavoce della HNB. “Prestare denaro a condizioni insostenibili può portare gravi conseguenze per le famiglie e per l’intero sistema bancario”.
Chi ci perde di più?
A subire le maggiori conseguenze saranno probabilmente i giovani acquirenti e le famiglie a basso reddito, spesso costrette a ricorrere al credito per coprire spese impreviste o per acquistare la prima casa. Anche il settore edile potrebbe subire una frenata, se la domanda di mutui dovesse rallentare in modo significativo.
Alcuni esperti del settore bancario temono che le nuove regole possano raffreddare troppo il mercato, proprio mentre l’economia croata stava mostrando segnali di ripresa dopo gli anni della pandemia e l’inflazione galoppante del 2022-2023.
La stretta della Banca centrale croata rappresenta un cambio di passo importante nella politica creditizia del Paese. Sebbene le intenzioni siano prudenti e mirate alla stabilità, le ricadute sulle famiglie e sull’accesso al credito potrebbero essere significative. Ora resta da vedere come reagiranno le banche – e soprattutto i cittadini – di fronte a questa nuova stagione di rigore finanziario.
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