Croazia. Pochi lavoratori: contributi per il 59% delle pensioni

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Croazia. Pochi lavoratori: contributi per il 59% delle pensioni

La crescita del numero degli occupati e quello degli stipendi, sono due argomenti sui quali il governo va molto fiero, e che il premier Plenković e i suoi ministri non dimenticano di sottolineare in ogni occasione. L’ottimismo dell’Esecutivo è stato rafforzato dai risultati della stagione turistica 2021 e da quelli elencati dall’Istituto nazionale di statistica sull’aumento degli impiegati e del numero degli assicurati, ma soprattutto sulla lievitazione degli stipendi nell’ultimo anno.
Ma nonostante ciò, nell’ultima manovra di quest’anno il governo ha previsto una diminuzione delle entrate che dimostrano nel migliore di modi l’andamento sul mercato del lavoro, ossia dovrebbero calare gli introiti dai contributi per l’assicurazione previdenziale. Rispetto ai piani dello scorso mese di giugno, quando ha effettuato il primo scostamento di bilancio, l’Esecutivo ha tagliato le entrate dai contributi di 219,7 milioni di kune. Non si tratta di un’importante correzione, che non raggiunge nemmeno l’1 per cento, ma è una delle poche voci che hanno subito un ridimensionamento rispetto alla prima correzione del bilancio.
Nel corso di quest’anno i contributi pensionistici dovrebbero garantire 24,8 miliardi di kune, circa il 10 per cento in più rispetto all’anno scorso. Va ricordato che il governo ha previsto un importo superiore a giugno quando prevedeva una crescita del 5 per cento che non a ottobre quando ha innalzato questa previsione al 9 per cento. Inoltre, quando il governo ha pianificato maggiori introiti dai contribuiti, nel Paese c’erano meno lavoratori, ossia persone che pagavano i contributi, rispetto al periodo in cui i Banski dvori hanno decurtato le proprie aspettative.
Nell’argomentazione della seconda manovra dell’anno, il governo ha sottolineato che “le entrate vengono diminuite in armonia con gli andamenti sul mercato del lavoro”. Poi il Ministero delle Finanze ha spiegato che le entrate dai contributi nel periodo gennaio-settembre 2021 sono cresciute del 11,2 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sottolineando che questo balzo è dovuto alle conseguenze degli effetti dell’anno base. Nel periodo aprile-giugno del 2020, infatti, era in vigore la misura secondo la quale le imprese che avevano un calo dei ricavi superiore al 20 per cento, potevano rinviare e rateizzare le imposte e i contributi diretti.
Gli imprenditori con ricavi annui inferiori a 7,5 milioni di kune (praticamente il 93 p.c.), con un calo degli stessi del 50 p.c, erano stati esentati dal versamento delle imposte e dei contributi diretti che maturavano in aprile, maggio e giugno 2020. Ciò dimostra il calo delle entrate nel 2020 quando lo Stato ha raccolto 22,75 miliardi di kune di contributi, mentre per quest’anno il Ministero delle Finanze ribadisce che “è stato fatto un piano conservativo per i ricavi da contributi, in base all’aumento mensile medio delle entrate da luglio a settembre del 3 per cento”. “L’andamento dei contributi è dettato dai movimenti degli stipendi lordi e dall’occupazione, corretto per le agevolazioni con cui si stimola l’occupazione dei giovani”, aggiungono dal Ministero delle Finanze.
Comunque sia, la Croazia anche nel 2022 difficilmente riuscirà a superare i 24,8 miliardi di kune d’entrate pianificate dai contributi per quest’anno senza un importante aumento degli stipendi o dell’occupazione. Quindi, il rapporto tra i contributi e le spese continuerà a essere di segno negativo. Nel corso di quest’anno i contributi obbligatori serviranno per saldare solo il 59 per cento delle spese per le pensioni, mentre il rimanente 41 per cento, ossia 17,43 miliardi di kune, saranno garantiti dai ricavi fiscali.

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