
Il primo ministro croato Andrej Plenković, intervenendo alla trasmissione radiofonica “A sada Vlada” (Adesso il governo) della Radio Croata, ha commentato l’incontro tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e l’ex presidente americano Donald Trump. Plenković ha criticato il fatto che l’incontro si sia svolto di fronte alle telecamere, sostenendo che Zelensky sia stato trattato negli Stati Uniti come qualcuno che non vuole la pace, mentre la realtà è esattamente l’opposto.
Secondo Plenković, la vittoria di Trump alle elezioni presidenziali statunitensi ha segnato un cambiamento nella politica americana nei confronti dell’aggressione russa in Ucraina. Trump vede le due guerre russe contro l’Ucraina – quella del 2014 e quella iniziata nel 2022 – come eventi accaduti sotto amministrazioni democratiche, prima con Barack Obama e poi con Joe Biden.
“Trump non si identifica con questa aggressione allo stesso modo dei presidenti democratici”, ha spiegato Plenković, sottolineando come l’ex presidente americano abbia più volte attribuito la responsabilità dell’invasione a Biden, accusandolo di debolezza. Secondo Trump, se fosse rimasto presidente, Vladimir Putin non avrebbe osato attaccare l’Ucraina.
“Lui vuole essere il presidente che porta la pace nelle crisi globali”, ha aggiunto Plenković, riferendosi alla strategia di Trump, che mira a concentrarsi sulla politica interna degli Usa e a ridurre le relazioni commerciali con i tradizionali partner americani.
«Gli ucraini lottano per la libertà e la pace»
Parlando della guerra in Ucraina, Plenković ha sottolineato che si tratta di un Paese che da tre anni subisce una brutale aggressione da parte della Russia, che ha illegalmente annesso territori ucraini e causato la morte di centinaia di migliaia di persone. “L’intero mondo sta aiutando l’Ucraina”, ha affermato, ribadendo che Zelensky è stato ingiustamente dipinto come un ostacolo alla pace. “In realtà è il contrario: gli ucraini stanno combattendo per la libertà e per la pace.”
Plenković ha elogiato Zelensky per il suo ruolo negli ultimi tre anni, definendolo un leader che ha costantemente informato il proprio popolo e la comunità internazionale sulla realtà della guerra. Inoltre, ha accennato a segnali di apertura per un rinnovato dialogo tra Zelensky e Trump, con l’obiettivo di lavorare insieme per una soluzione pacifica al conflitto.
Il ruolo dell’Unione europea
Il premier croato ha sottolineato che l’Unione europea deve avere un posto al tavolo delle trattative. “L’Ue ha reagito con solidarietà e impegno verso l’Ucraina”, ha dichiarato, aggiungendo però che ci sono alcuni Stati membri che si distaccano da questa linea politica.
“L’aiuto fornito all’Ucraina negli ultimi tre anni – politico, diplomatico, umanitario, tecnico e militare – è senza precedenti”, ha affermato Plenković, evidenziando come l’Ucraina abbia l’ambizione di entrare sia nell’UE che nella Nato, sebbene gli Stati Uniti in questo momento siano contrari a quest’ultima opzione.
Plenković ha anche parlato delle recenti consultazioni tra il presidente francese Emmanuel Macron e gli Usa, sottolineando la necessità di una maggiore presenza dell’Ue nelle discussioni globali sulla sicurezza. Ha criticato il fatto che l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Kaja Kallas, non si sia incontrata con il Segretario di Stato americano durante la sua recente visita a Washington.
Investimenti nella difesa nazionale
Il premier ha poi affrontato il tema del rafforzamento della difesa europea e croata, in linea con il piano della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, per aumentare gli investimenti nella sicurezza. Ha ricordato che, dopo la Guerra d’indipendenza croata della prima metà degli anni ’90, gli investimenti nella difesa sono stati ridotti, ma ora la Croazia sta lavorando per modernizzare le proprie capacità militari.
“Stiamo rafforzando le nostre difese in due modi: acquistando equipaggiamenti militari stranieri e sviluppando la nostra produzione”, ha spiegato, citando l’apertura di una fabbrica di munizioni come un passo verso l’autosufficienza.
Plenković ha anche difeso l’aumento del budget per la difesa, rispondendo alle critiche di chi sostiene che il denaro dovrebbe essere investito in scuole e ospedali. Ha sottolineato che il governo croato ha già realizzato “900 nuovi asili” e avviato numerosi progetti di modernizzazione delle scuole e degli ospedali.
“La crescita economica ci ha permesso di aumentare gli investimenti sia nella difesa che nei settori sociali”, ha affermato Plenković, sottolineando che il Pil croato è raddoppiato negli ultimi nove anni, passando da 47 miliardi di euro nel 2016 a circa 94 miliardi di euro nel 2025.
Ha anche anticipato che la spesa per la difesa potrebbe aumentare dall’attuale 2% del Pil a 3-3,5%, senza compromettere la stabilità finanziaria del paese.
I rapporti con il presidente Milanović
Infine, Plenković ha parlato del rapporto con il presidente croato Zoran Milanović, con cui ci sono stati disaccordi sulla questione ucraina. Alla domanda su un possibile incontro, ha risposto: “Ci sentiremo, non c’è alternativa. La Costituzione prevede che il presidente e il governo collaborino nella politica estera e di difesa”.
Il premier ha ribadito che la Croazia, avendo vissuto la guerra negli anni ‘90, comprende meglio di altri la situazione in Ucraina. “Nessun altro leader europeo ha un’esperienza simile nella propria storia recente”, ha concluso Plenković, sottolineando l’importanza della coerenza e del rispetto del diritto internazionale nella politica estera croata.
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