Croazia. L’HDZ resta il primo partito, seguono SDP e Možemo

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Croazia. L’HDZ resta il primo partito, seguono SDP e Možemo

Qual è il livello di popolarità dei partiti politici croati in questo periodo? A rispondere alla domanda ci pensa il HRejting, ossia il sondaggio che chiede ai cittadini per chi voterebbero se le lezioni fossero oggi. L’ultima ricerca è stata effettuata fra il 16 e il 19 maggio, su un campione di 1.400 cittadini, rappresentativi della popolazione della Repubblica di Croazia. Gli autori del sondaggio spiegano come l’errore medio sia del più o del meno 2,95 per cento, con l’accuratezza generale della ricerca che è del 95 per cento. Ebbene da essa risulta che l’HDZ continua a essere il primo partito croato, con le preferenze che sono del 26,4 per cento: si tratta del miglior risultato di quest’anno. Al secondo posto c’è l’SDP con il 17,7 per cento, mentre terzo si piazza Možemo! con il 12 per cento. L’ultimo partito a superare la soglia elettorale è il Most, che se si dovesse votare domani otterrebbe il 9,1 per cento delle preferenze, il che significa che sarebbero loro a decidere se al potere ci sarebbe il centrodestra o una coalizione di centrosinistra.
Rimangono invece di poco fuori il Movimento patriottico, con il 4,6 per cento, il Centro, con il 2 per cento, l’HSS con l’1,6 per cento, la DDI con l’1,1 per cento, il Fokus, con l’1,1 per cento e l’HNS con l’1 per cento. Mentre raccoglierebbero meno dell’1 per cento tutta un’altra serie di partiti che fanno ora parte del Parlamento, fra cui il Fronte operaio, i Riformisti di Čačić, l’HSLS, l’HSU, il Partito di Milan Bandić e i Sovranisti croati.
Attenzione però, perché ci sono due particolari che rendono tutto ciò relativo. Il primo è che al sondaggio di maggio il 17,1 per cento dei cittadini intervistati si è dichiarato indeciso, una percentuale più alta del solito, dovuta forse alla guerra in corso e forse pure al fatto che le prossime elezioni in Croazia siano ancora lontane. Il secondo particolare riguarda le circoscrizioni elettorali, ossia il fatto che i partiti regionalisti possono ottenere molti voti in una singola circoscrizione, passando la soglia elettorale e ottenendo così alcuni parlamentari anche se il loro consenso medio a livello nazionale è bassissimo.

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