
Dopo la presentazione della bozza di legge sull’imposta sugli immobili, tra gli affittacamere privati in Croazia regna un clima di costernazione e profonda preoccupazione. La mannaia del fisco infatti dovrebbe abbattersi principalmente su di loro, con un aumento della pressione fiscale che potrebbe aggirarsi, secondo gli esperti, in media attorno al 633 per cento, ovvero sarà sei volte superiore. L’associazione nazionale degli affittacamere punta l’indice accusatore nei confronti della cosiddetta lobby alberghiera che vorrebbe mettere in ginocchio la concorrenza costituita dagli affitti brevi, turistici. Un terzo degli affittacamere privati è costituito da pensionati, per cui si teme che molti possano vendere le loro proprietà, magari per dispetto, oppure affittarle in nero, alimentando così l’economia sommersa. Chi si oppone a un così drastico aumento degli oneri fiscali sugli affitti brevi, afferma che i proventi di questo settore rimangono in Croazia, al contrario di quanto avviene nel caso degli alberghi che nella maggior parte dei casi sono in mano straniera. A cavalcare la rabbia degli affittacamere sono per il momento soltanto singoli schieramenti di destra o centrosinistra, mentre il grosso dei partiti ritiene inevitabile che si metta ordine nel settore immobiliare. A favore dell’imposta sugli immobili si è schierata anche la Camera nazionale d’economia.
Il ministro delle Finanze Marko Primorac ha ribattuto alle critiche affermando che l’ambizione del governo è di aumentare l’equità del sistema fiscale, con lo spostamento del carico fiscale dal lavoro sulle proprietà. in particolare sui beni immobili. Si vuole inoltre creare le condizioni acciocché le giovani famiglie possano più facilmente trovare casa, riducendo a suon di tasse il costo degli alloggi e degli affitti. “Se c’è un forte aumento dei prezzi degli immobili con cui le persone risolvono il loro problema abitativo, lo Stato deve reagire in qualche modo”, ha rilevato il ministro aggiungendo che “la Croazia è diventata un paradiso fiscale per il settore immobiliare”. Primorac ha sottolineato che l’imposta sugli immobili esiste in tutti gli Stati membri dell’Unione europea tranne Cipro e Malta. Ha sottolineato ancora che in Croazia negli ultimi 30 anni circa, a causa della sotto tassazione dei beni immobili, abbiamo avuto una situazione in cui i cittadini erano motivati a investire eccessivamente nel settore immobiliare, per cui il Paese è diventata un paradiso fiscale per il settore immobiliare anche agli occhi degli investitori stranieri. “Un simile ambiente ha creato una forte domanda di immobili, più alta che in altri Paesi, e la forte domanda ha provocato un forte aumento del prezzo di questi immobili”, ha affermato Primorac. Pertanto, ha aggiunto, l’introduzione dell’imposta sugli immobili è giustificata anche perché si vuole aumentare l’offerta di immobili per permettere alle giovani famiglie di risolvere più facilmente il problema dell’alloggio.
Le argomentazioni del governo sulla necessità di ridurre il costo delle abitazioni a suon di tasse hanno fatto breccia al Sabor. Gran parte dei parlamentari si è espressa a favore di alloggi a prezzi accessibili e ha sottolineato l’importanza di investire nella costruzione di appartamenti pubblici da dare in affitto per venire incontro soprattutto ai giovani.
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.