Croazia-Italia-Slovenia: «Schengen ora non funziona»

Incontro a Zaprešić dei ministri degli Interni Davor Božinović, Matteo Piantedosi e Boštjan Poklukar. Preoccupazione per una possibile ondata di profughi dal Libano

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Croazia-Italia-Slovenia: «Schengen ora non funziona»
Piantedosi, Božinović, e a Zaprešić. Foto: Robert Anic/PIXSELL

A Zaprešić si è svolto oggi, lunedì 14 ottobre, l’incontro trilaterale tra i ministri degli Interni di Croazia, Slovenia e Italia, rispettivamente Davor Božinović, Boštjan Poklukar e Matteo Piantedosi. Si è trattato del quinto incontro con questo formato dopo l’introduzione dei controlli ai valichi di frontiera tra i tre Paesi. Anche questa volta i temi principali sono stati la prevenzione degli attraversamenti illegali delle frontiere e la lotta al traffico di migranti. Sebbene la Croazia sia pronta a introdurre il sistema elettronico che registrerà gli ingressi e le uscite dall’Unione europea, alcuni Paesi europei non lo sono ancora, per cui verrà ritardata l’implementazione di questo innovativo sistema di controlli ai valichi esterni dell’Ue che era stata annunciata per novembre.

“Abbiamo parlato del fatto che viviamo in tempi instabili, che nel nostro vicinato, nel Mediterraneo e in Europa si stanno svolgendo gravi azioni di guerra. Da un lato c’è l’aggressione russa contro l’Ucraina, dall’altro l’intero complesso di azioni armate nell’area del Medio Oriente, principalmente in Israele e Libano. Sappiamo che in Libano in breve tempo quasi un milione e mezzo di persone sono entrate in Siria, e già da prima erano un milione i siriani che avevano trovato rifugio in Libano con lo status di rifugiati. Siamo preoccupati per il possibile sviluppo di questa situazione, cioè per la possibilità di una nuova ondata migratoria da quella zona verso i nostri Paesi”, ha affermato il vicepremier e ministro degli Interni croato Davor Božinović.

Durante l’incontro trilaterale a Zaprešić, i ministri degli Interni di Croazia, Italia e Slovenia hanno sostenuto la firma di un accordo tra l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) e la Bosnia ed Erzegovina per mitigare l’immigrazione clandestina. “Quell’accordo è stato praticamente negoziato, deve essere firmato e poi, in sinergia con Frontex, è effettivamente il modo migliore per ridurre questi arrivi. Ad esempio, 500 membri di Frontex in Bosnia ed Erzegovina significano molto più di qualsiasi dipendente, compresa Frontex, al confine croato”, ha affermato Davor Božinović nel corso della conferenza stampa congiunta dei tre ministri. Ha aggiunto che Frontex in Bosnia ed Erzegovina è importante perché “i migranti che si spostano dal sud dell’Europa verso i confini croati non incontrano seri ostacoli”.

Il capo del Dicastero degli interni sloveno, Boštjan Poklukar, ha detto che i tre ministri faranno del loro meglio per firmare l’accordo il prima possibile. “Gli stranieri arrivano nella regione come turisti, e poi si trasformano in stranieri che attraversano illegalmente i nostri confini, diventano migranti e vanno nei Paesi dell’Unione europea dove desiderano essere accolti”, ha evidenziato Poklukar, lamentando che “è troppo facile attraversare i confini dell’Ue”. Secondo lui, considerando l’introduzione dei controlli alle frontiere interne in alcuni Paesi e anche in Germania, che ha chiuso tutte le sue frontiere, si può dire che “Schengen non funziona in questo momento”. Tuttavia, il ministro italiano Matteo Piantedosi ha affermato che il controllo temporaneo alle frontiere dell’area Schengen “ha in qualche modo soppresso tutti gli sviluppi negativi”. “Ciò dimostra davvero quanto possiamo reprimere (la migrazione) quando si tratta della rotta balcanica. Naturalmente, non vogliamo mantenere le frontiere chiuse… stiamo rafforzando la cooperazione trilaterale in modo che ci sia libera circolazione tra i Paesi il più presto possibile”, ha detto Piantedosi. Ha aggiunto che nella lotta contro i trafficanti è fondamentale “lo scambio di informazioni tra le forze dell’ordine affinché tutte le attività possano essere monitorate”.

“Nonostante il nostro obiettivo sia quello di ridare piena operatività al sistema Schengen, è innegabile – ha dichiarato Piantedosi – che il temporaneo ripristino dei controlli alle nostre frontiere, abbia prodotto un effetto deterrente degli ingressi irregolari. Per quanto riguarda l’Italia, dal 21 ottobre scorso sono stati rintracciati in ingresso al confine con la Slovenia circa 4.900 migranti irregolari (-50 p.c. rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). Delle oltre 1.600 persone denunciate a seguito dei controlli, 262 sono state arrestate, di queste 135 per favoreggiamento della immigrazione clandestina”.

“Per quanto riguarda gli attraversamenti irregolari delle frontiere – ha continuato il titolare del Viminale – abbiamo rimarcato che i trafficanti di esseri umani utilizzano modalità sempre più rischiose per favorire l’ingresso irregolare di migranti; in particolare attraverso viaggi su strada, dove i migranti vengono nascosti in condizioni disumane nei mezzi di trasporto rischiando la vita. Il nostro impegno contro i trafficanti, non si limita a una difesa della frontiera esterna UE, ma si inserisce in una più ampia e articolata strategia. Il nostro obiettivo comune finale resta quello di arrivare a una politica migratoria, che sappia coniugare deterrenza e protezione”. Nel corso della riunione, il titolare del Viminale, ha condiviso con i colleghi, i risultati della ministeriale del G7 da lui presieduta a Mirabella Eclano e le principali linee d’azione del Piano contro i trafficanti approvato dai ministri dell’Interno.

Va rilevato che il numero di attraversamenti rilevati sulla rotta dei Balcani occidentali è diminuito fino al 72 p.c., mentre la rotta del Mediterraneo, che lo scorso anno ha registrato il maggior numero di attraversamenti illegali, ha registrato un calo del 61 p.c. rispetto allo scorso anno. Nonostante ciò, quest’anno è rimasta la rotta più attiva con quasi 26.000 attraversamenti rilevati, ha annunciato Frontex nel luglio di quest’anno.

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