
Lo spettro della crisi energetica incombe anche sulla Croazia. La Facoltà di Scienze naturali e matematiche dell’Università di Zagabria è stata la prima a introdurre delle restrizioni. Il raffreddamento degli ambienti nel periodo estivo è stato limitato a 25 gradi: in tal modo si conta di risparmiare il 20 p.c. di corrente. Si muovono anche le forze politiche. L’SDP ha inviato in procedura parlamentare la proposta d’istituire un Consigio nazionale per l’energetica e la transizione energetica, al fine di attivare le fonti rinnovabili d’energia e aiutare i cittadini a fronteggiare la crisi.
Il vicepremier e ministro degli Interni, Davor Božinović, ha dichiarato a questo proposito che la crisi energetica è un tema legittimo da affrontare: verrà però risolta nell’ambito dell’accordo europeo. Il vicepremier ha rimarcato, in questo contesto, l’importanza del rigassificatore di Castelmuschio sull’isola di Veglia che rappresenta una garanzia per la Croazia, “la quale è meglio attrezzata ad affrontare la sfida energetica rispetto ad altri Paesi proprio per tale motivo”.
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