Croazia. Gli 007: «Sventata la nascita di formazioni paramilitari»

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Croazia. Gli 007: «Sventata la nascita di formazioni paramilitari»
La sede dell'intelligence croata a Zagabria

Nel nuovo rapporto dell’intelligence croata (SOA) reso noto oggi, venerdì 12 maggio, nel capitolo dedicato all’estremismo in Croazia, si afferma “l’estremismo nella società croata non ha un sostegno significativo, e quindi non ha la forza o il potenziale per destabilizzare la sicurezza nazionale. I gruppi estremisti in Croazia, su qualsiasi base ideologica, hanno pochi seguaci. Tuttavia, non si può escludere la possibilità di singoli incidenti e violenze da parte di individui (auto) radicalizzati”. In questo contesto, viene citato che la SOA ha rilevato “tentativi di singoli, con atteggiamenti estremisti e militanti, di organizzare in modo paramilitare i propri seguaci”, con l’intento di fornire addestramento militare e di acquistare armi, con l’obiettivo finale di rovesciare l’ordine costituzionale democratico della Croazia.

Spionaggio: espulsi 18 diplomatici russi

Diciotto diplomatici russi e sei membri del personale amministrativo-tecnico dell’Ambasciata russa a Zagabria sono stati espulsi dalla Croazia nell’aprile del 2022, perché la maggior parte di loro si occupava di attività di spionaggio illegale nel nostro paese, continua il report dell’Agenzia nazionale per la sicurezza e l’intelligence (SOA) nel 2022.

Questa è la prima informazione ufficiale sulle ragioni dell’espulsione dei diplomatici russi dalla Croazia. Il Ministero degli Affari Esteri ha quindi brevemente annunciato che la Croazia aveva consegnato una nota all’ambasciatore russo in Croazia riguardante la riduzione del numero di personale diplomatico e amministrativo-tecnico dell’Ambasciata russa a Zagabria. Il Ministero degli Esteri russo ha dichiarato che si tratta di un “atto ostile “e una manifestazione di “russofobia militante”. Un mese dopo, la Russia ha espulso cinque dipendenti dell’Ambasciata croata a Mosca.

Criminalità organizzata

Per quanto concerne la criminalità organizzata nel sud-est dell’Europa, il documento afferma che le bande criminali “serbo-montenegrine” continuano ad essere le più attive, principalmente occupandosi di contrabbando e traffico di droga. La malavita e singoli individui in Croazia continuano invece a collaborare con membri di bande criminali regionali, offrendo ai loro membri “nascondiglio e protezione” sul territorio croato dalla giustizia e dalle “vendette dei rivali negli affari illegali”, nota la SOA.

Il rapporto, infien, dedica un capitolo al terrorismo jihadista, affermando che “continua ad essere una minaccia per la sicurezza europea, ma senza grandi appigli in Croazia”.

 

 

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