La PPD (Prvo plinarsko društvo) di Vukovar, leader in Croazia (opera pure in Italia, Slovenia,
Bosnia ed Erzegovina, Svizzera e Ungheria) nella distribuzione di metano non ha ricevuto finora dai suoi partner d’affari russi alcuna richiesta di pagamento in rubli delle forniture di gas. “Le forniture procedono regolari e la PPD assolve tutti i suoi oneri nei confronti dei propri clienti”, si legge nella nota diramata ieri dalla PPD, che in Russia opera principalmente con la Gazprom Export. La società croata ha rilevato che oltre con la Gazprom Export collabora anche con altri fornitori e che opera su tutte le borse europee di gas. “Garantire la sicurezza
dell’approvvigionamento rappresenta la nostra assoluta priorità, da esso dipende il funzionamento indisturbato di tutta l’economia e di conseguenza anche gli altri settori della società croata”, hanno osservato dalla PPD.
Giovedì scorso, si ricorda il presidente della federazione russa, Vladimir Putin, ha annunciato d’aver firmato un decreto ai sensi del quale dal giorno successivo, dunque da ieri, gli acquirenti stranieri sono tenuti a pagare esclusivamente in rubli e non più in valuta straniera le forniture di gas russo. Si tratta sostanzialmente di una risposta alla sanzioni subite dall’occidente in
seguito all’intervento armato in Ucraina ed è rivolta principalmente nei confronti dei Paesi definiti ostili da Mosca. L’elenco dei Paesi ostili stilato dal Cremlino comprende gli Stati membri dell’Unione europea, gli USA, il Regno Unito…
In questi giorni le autorità di Zagabria hanno sottolineato a più riprese che il Paese non corre il
rischio di non avere scorte sufficienti di metano. La Croazia, infatti, può fare affidamentoa su un numero considervole di giacimenti di gas naturale nonché su un rigassificatore. Anzi, nei giorni scorsi la Slovenia ha manifestato la volontà di usufruire anch’essa dei servizi del Terminal GNL di Castelmuschio (Omišalj).
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