L’affluenza media alle urne alle seste cosiddette elezioni minoritarie si è fermata al 10,3 p.c. Un dato, questo grossomodo in linea con quello di quattro anni prima. Dei 244mila cittadini croati appartenenti a una delle Comunità nazionali con diritto di voto, solamente 25.100 persone si sono recate ai seggi per eleggere i rispettivi Consigli e/o Rappresentanti delle minoranze nazionali in seno alle unità di autogoverno territoriali (Regioni e Città di Zagabria) e locali (Città e Comuni). Lo ha reso noto ieri la Commissione elettorale di Stato (DIP), dopo che ieri l’altro sono stati proclamati i risultati delle votazioni per il rinnovo del Consiglio della minoranza nazionale serba del Comune di Mikleuš nella Regione di Virovitica e della Podravina, l’unica circoscrizione nella quale si è reso necessario organizzare una votazione aggiuntiva. Il 7 maggio scorso – quando sono stati eletti i rimanenti 338 Consigli e i 106 Rappresentanti – a Mikleuš due dei sei candidati in lizza per il locale Consiglio non avevano ottenuto nemmeno una preferenza. Di conseguenza il Consiglio della minoranza serba non disponeva del numero legale necessario per poter essere costituito.
Aspettando luglio
Le sedute costitutive dei Consigli dovrebbero essere convocate entro il 1º luglio, ovvero entro 45 giorni dalla pubblicazione dei risultati ufficiali e definitivi delle elezioni. La data esatta sarà stabilita dai presidenti delle Regioni ovvero dai sindaci delle Città e dei Comuni nei quali si è votato. A quanto ammonta il costo sostenuto dai contribuenti per consentire l’organizzazione delle elezioni non è stato al momento reso noto. A coprire la spesa – che stando alle stime ufficiose potrebbe aggirarsi attorno a un milione e mezzo di euro – saranno le 201 unità di autogoverno nelle quali sono state organizzate le elezioni: 19 Regioni più la Città di Zagabria (la capitale croata vanta uno status che l’equipara alle Contee), 65 Città e 116 Comuni.
La «maglia nera» agli sloveni
Tornando ai dati relativi all’affluenza alle urne risulta che la Comunità nazionale più virtuosa è stata quella russa, con un’adesione del 20,4 p.c. (141 elettori a fronte dei 691 aventi diritto). Sul podio troviamo pure i rom con un affluenza del 19,6 p.c. e gli ungheresi (18,3 p.c.), mentre al quarto posto si è piazzata la minoranza bosgnacca (17,7 p.c.). Al contrario l’affluenza più bassa (4,6 p.c.) è stata registrata dalla minoranza nazionale slovena (256 elettori a fronte di 5.609 aventi diritto), da quella montenegrina (affluenza del 5 p.c.), da quella turca (6,2 p.c.) e da quella bulgara (6,9 p.c.). La minoranza nazionale più numerosa, quella serba, ha registrato un’adesione globale al voto dell’8,4 p.c. (13mila elettori a fronte di 153mila aventi diritto).
La Regione con l’affluenza migliore è stata quella del Međimurje dove l’adesione al voto è stata del 26,4 p.c. (1.140 elettori a fronte di 4.316 aventi diritto). La maglia nera è andata invece alla Regione di Spalato e della Dalmazia, dove dei 7.470 aventi diritto le persone che hanno esercitato il proprio diritto sono state soltanto 343 (4,6 p.c. del totale).
«Bellunesi» in pole position
Il dato generale attinente all’affluenza alle urne della CNI non è stato indicato. Considerando soltanto le elezioni a livello di unità di autogoverno territoriale, percentualmente parlando, l’adesione migliore (9,24 p.c.) dei connazionali è stata registrata nella Regione di Sisak e della Moslavina, in seno alla quale la CNI ha il diritto a eleggere il proprio Rappresentante. A seguire la Regione di Požega e della Slavonia (Rappresentante, 8,95 p.c.), la Regione istriana (Consiglio, 8,57 p.c.), la Città di Zagabria (Rappresentante, 8,46 p.c.), la Regione litoraneo-montana (Consiglio, 7,17 p.c.) e la Regione di Spalato e della Dalmazia (Rappresentante, 6,15 p.c.).
Nella Regione di Zara le votazioni per l’elezione del Rappresentante della CNI non si sono svolte in quanto non è stata notificata alcuna candidatura di persone interessate ad assumere l’incarico.