Croazia. Dopo i medici gli infermieri: protesta l’11 maggio

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Croazia. Dopo i medici gli infermieri: protesta l’11 maggio

L’11 maggio a Zagabria si terrà una grande protesta di infermiere, tecnici e del personale non medico del settore sanitario. Ad annunciarla sono stati il Sindacato delle infermiere e quello indipendente. La manifestazione si svolgerà allo Zrinjevac alla vigilia della Giornata internazionale dell’infermiere che ricorre il 12 maggio. Alla base della protesta ci sono rivendicazioni salariali. “Il governo è a conoscenza dello ‘stato di salute’ del personale operante nel settore sanitario ma sta facendo orecchie da mercante. Un comportamento scorretto e maleducato”, ha dichiarato ai giornalisti Anica Prašnjak, presidente del Sindacato delle infermiere alludendo al fatto che nessuno nei giorni scorsi sia stato invitato per un colloquio (come fatto invece con i medici che hanno ottenuto un aumento degli stipendi), ossia da quando stanno dando vita a pacifiche proteste dinanzi agli ospedali di tutto il Paese. È dal 3 maggio che i Sindacati di categoria promuovono contestazioni della durata di mezz’ora nei pressi dei nosocomi per esternare il malcontento di infermiere nonché personale tecnico-sanitario ed amministrativo e per sottolineare la necessità di migliorare le loro condizioni economiche. Chiedono di essere ricevuti dal premier Andrej Plenković e che i coefficienti delle paghe di tutto il personale sanitario aumentino di almeno il 10 per cento. Lo scorso mese il primo ministro aveva ricevuto le associazioni dei medici correggendo i loro coefficienti e ora è in fase di elaborazione la Legge sul loro status giuridico. Il Sindacato delle infermiere e quello indipendente, che riuniscono più di 20mila dipendenti del sistema sanitario, ritengono che agendo in questo modo il governo li abbia trascurati e svalutati.

Se il premier non li riceverà e le loro richieste non verranno prese in considerazione, Prašnjak ha annunciato che si darà il via ai preparativi per uno sciopero che potrebbe tenersi dopo il 25 maggio. “Non possiamo aspettare oltre”, ha detto.

 

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