Croazia, costo del lavoro: crescita più rapida, ma stipendi più bassi

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Croazia, costo del lavoro: crescita più rapida, ma stipendi più bassi
Foto: Hrvoje Jelavic/PIXSELL

Secondo i dati recentemente diffusi da Eurostat, i Paesi dell’Europa post-transizione trovano posto nei vertici della classifica europea per l’aumento del costo orario del lavoro nel periodo gennaio–marzo 2025 rispetto allo stesso trimestre del 2024. In particolare, la Croazia si trova al secondo posto, con una crescita del 13,5%, subito dopo la Romania (+16,1%) e davanti a Bulgaria (13%), Slovenia (11,9%) e Polonia (11,2%).

Sul fronte opposto, tra le economie più sviluppate, l’incremento dei costi del lavoro è stato decisamente meno marcato: soltanto +2,8% in Germania, +1,9% in Francia, +3,6% in Belgio e +3,7% sia in Spagna che in Austria.

L’imponente aumento del costo orario in Croazia non si traduce automaticamente in salari orari superiori rispetto alla Germania. I dati ufficiali dell’Ente nazionale di statistica croato indicano che il salario netto medio per ora lavorata ad aprile 2025 è di 8,08 euro. Benché in calo del 4,5% rispetto al mese precedente, risulta in aumento dell’8,9% rispetto allo stesso mese del 2024 .

Per confrontare, in Germania è in discussione un incremento del salario minimo previsto per il 2026–2027, che dovrebbe arrivare a 15 euro l’ora, quasi il doppio rispetto al livello medio croato.

Se è vero che la Croazia si posiziona tra i Paesi con la maggiore crescita del costo del lavoro, il contesto rimane complesso. L’alto incremento riflette sia un recupero rispetto a livelli salariali ancora inferiori che la pressione inflazionistica nei prezzi al consumo.

Il dato di +8,9% su base annua del salario netto riflette una risposta al cambiamento dei prezzi, ma il livello assoluto resta lontano dai parametri delle economie occidentali. Allo stesso tempo, l’accelerazione dei costi è un segnale di crescita economica, potenzialmente positivo, purché accompagnato da produttività e sostenibilità aziendale.

Confronto europeo e futuro salariale

La significativa crescita della Croazia avvicina il Paese ai ritmi salariali della Polonia e della Romania, confermando trend comuni nelle economie post-transizione, dove il cosiddetto “catch-up effect” – incremento più rapido in fase di recupero – è ancora attuale.

Nel contesto europeo, l’attenzione si rivolge ora all’implementazione di politiche salariali più equilibrate, che permettano un aumento reale del potere d’acquisto dei lavoratori, evitando spinte inflazionistiche e mantenendo la competitività del tessuto produttivo.

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