Croazia. C’è una forte carenza di controllori di volo

0
Croazia. C’è una forte carenza di controllori di volo

La Croazia è in linea con il resto dell’Europa. Le mancano controllori di volo. Lo sostiene il presidente del Sindacato di categoria (HSSKL), Krešimir Rakoci, che ha parlato della questione durante il Coordinamento dei controllori di volo dell’Unione europea (ATCEUC). Ha affermato che le ragioni di queste carenze sono sostanzialmente le medesime del resto del continente, ossia i licenziamenti avvenuti durante la pandemia e i pensionamenti. Ieri il sindacalista ha rilevato che nel frattempo in Croazia l’intensità del traffico aereo non solo è tornata ai livelli pre 2019, ma che è addirittura aumentata. Rakoci ha dichiarato che in concerto con la direzione della Croatia Crontrol (HKZP) si sta cercando di trovare la maniera per ripartire in modo equo i carichi di lavoro affinché nessuno dei controllori di volo sia oberato in modo eccessivo. Ha espresso l’auspicio che fino alla prossima stagione si riesca a trovare una soluzione a questa sfida.
Nel corso della riunione del Coordinamento è stato sottolineato che in Croazia solamente il 40 p.c. dei lavoratori è tutelata da un contratto di lavoro collettivo. Nel settore privato la percentuale è di poco superiore al 20 per cento, ha dichiarato ieri Krešimir Sever, presidente dei Sindacati indipendenti croati (NHS), ammonendo i datori di lavoro che la carenza di manodopera non può essere risolta limitandosi a importare lavoratori stranieri. Rimanendo in argomento ha affermato che le paghe basse e l’insicurezza del lavoro sono tra le principali cause che spingono i cittadini croati a emigrare all’estero. Sever ieri si è detto fermamente convinto che i contratti di lavoro rappresentino lo strumento migliore se non unico per tutelare i lavoratori, dando al contempo garanzie pure alle imprese. Ha rilevato che l’Unione europea ha approvato una direttiva che impegna gli Stati membri a creare le condizioni affinché la copertura dei contratti collettivi abbracci un numero maggiore di lavoratori, ovvero l’80 p.c di quelli impiegati nei singoli Paesi. Ha detto pure che la firma dei contratti collettivi dipende dalla forza dei sindacati, dalla loro capacità negoziale e di organizzare scioperi. Ha stigmatizzato i datori di lavoro, sostenendo che spingono affinché la nuova legge sul lavoro sia resa ancora più flessibile, ma senza essere allo stesso tempo pronti ad affrontare il tema dei contratti collettivi.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display