Con l’arrivo del nuovo anno, i prezzi del caffè nei bar croati sono nuovamente aumentati. Come riportato dal quotidiano Jutarni list, il rincaro è di almeno 15 centesimi per tazzina, con il costo di un caffè con latte che supera spesso i 2 euro. Alcuni locali avevano già alzato i prezzi prima della fine del 2024, mentre altri lo hanno fatto nei primi giorni del 2025, in base alla velocità con cui sono riusciti a stampare e plastificare i nuovi listini. Gli esercenti giustificano questi aumenti spiegando che non hanno alternative: il caffè è una merce quotata in Borsa e i suoi prezzi hanno raggiunto, alla fine dello scorso anno, i livelli più alti degli ultimi cinquant’anni.
Le ragioni del rincaro
A dicembre 2024, la Borsa ICE di Londra ha registrato un aumento dello 0,7% del prezzo dell’arabica rispetto alla settimana precedente, portando il valore a 3,35 dollari per libbra, il più alto dal 1977. Nel corso del 2024, il prezzo dell’arabica è cresciuto del 75%, collocandosi tra le materie prime agricole con l’aumento più rapido, insieme al cacao, il cui prezzo è quasi raddoppiato.
Le principali cause di questo incremento sono le condizioni climatiche sfavorevoli in Brasile, dove la siccità ha drasticamente ridotto i raccolti, mentre la domanda di caffè è rimasta alta. Inoltre, le incertezze geopolitiche e i possibili nuovi dazi di importazione annunciati da Donald Trump per Messico, Canada e Cina potrebbero influenzare ulteriormente i prezzi nel 2025.
Gli analisti avvertono che questa situazione potrebbe durare anni, almeno fino a quando le scorte globali di caffè non si stabilizzeranno. Il Ministero dell’Agricoltura brasiliano prevede per il 2025 un ulteriore aumento dei prezzi del 10-15%. Oltre al costo della materia prima, stanno crescendo anche altri fattori, portando i principali produttori a prevedere rincari fino al 30%.
Il costo per i locali
Franz Letica, presidente dell’associazione degli esercenti di Zagabria, ha illustrato i costi che incidono sul prezzo finale del caffè. “Il prezzo della materia prima varia da 11,60 a 60 euro al chilogrammo, con una media di 25 euro. Questo significa che il costo della sola materia prima per una tazza è di circa 0,192 euro”. Tuttavia, il prezzo finale di una tazzina di espresso include molti altri fattori, come le attrezzature (macchine professionali che costano tra 3.000 e 15.000 euro) e i costi di manutenzione. Letica ha sottolineato che, per un locale che consuma circa 25 chilogrammi di caffè al mese, il costo delle attrezzature e dei servizi di manutenzione può incidere fino a 4,71 euro per chilogrammo. A ciò si aggiungono i costi del personale, con “un barista che costa al datore di lavoro circa 1.800 euro lordi al mese”. Dividendo questo costo per il numero di tazzine servite, il “costo del lavoro per tazza è di 0,818 euro”.
L’HUP propone l’eliminazione dell’imposta speciale sul caffè per ridurre i costi e stimolare il consumo. L’associazione sottolinea che questa tassa è un’anomalia in Europa e che, in Paesi come Italia, Romania e Slovenia, l’eliminazione di tasse simili ha portato a un aumento delle vendite e dei ricavi da IVA. Alcuni Paesi, come la Svizzera, hanno addirittura abolito completamente i dazi doganali su caffè e tè, considerando l’importanza di queste bevande per la popolazione. L’HUP invita il governo croato a seguire l’esempio di queste nazioni per sostenere gli esercenti e i consumatori.
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