Vanno oltre quota 500 i contagi da coronavirus registrati nelle ultime 24 ore in Croazia. Per l’esattezza ne sono stati confermati 505 a fronte di 9.998 test effettuati. Purtroppo ci sono stati tre decessi riconducibili al coronavirus che ha costretto alle cure ospedaliere 258 pazienti di cui 34 sono attaccati al respiratore.

L’industria dell’ospitalità croata attende con il fiato sospeso il prossimo responso del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, atteso per giovedì, 26 agosto. Il timore che le Regioni litoranee – ovvero la regione statistica adriatica – finiscano in zona rossa è palpabile. La vicedirettrice dell’Istituto nazionale per la salute pubblica, Ivana Pavić Šimetin, però non perde tutte le speranze e fa professione di moderato ottimismo: “Bisogna vedere che cosa ci riserveranno i giorni a venire. Forse avremo fortuna e rimarremo ancora in zona arancione sulla mappa del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie”. Saranno decisivi i prossimi giorni: se l’aumento dei contagi non sarà marcato forse si potrà evitare di finire giovedì in zona rossa, fatto questo che permetterebbe al turismo di ottenere un’ulteriore boccata d’ossigeno e concludere nel migliore dei modi un agosto rivelatosi coi fiocchi. Se invece l’area costiera dovesse piombare in zona rossa perderebbe quel vantaggio comparativo che ha avuto finora rispetto ad altre destinazioni mediterranee, ad esempio quelle greche e spagnole che si configurano come una diretta concorrenza per l’industria dell’ospitalità croata.