Il focolaio dalmata si è riattivato all’improvviso. Dei 36 nuovi casi positivi in Croazia, ben 25 si registrano nella Regione spalatino-dalmata, altri tre in quella raguseo-narentana e uno nella Contea di Sebenico e Knin. Nel resto del Paese si segnalano cinque nuovi contagi nella Regione di Osijek e della Baranja e uno a testa nelle Contee di Koprivnica e Križevci nonché di Brod e Posavina. L’area più colpita è quella dell’isola di Brazza (Brač), dove – come ha rilevato il ministro della Sanità, Vili Beroš, si registrano addirittura 22 casi positivi. Sulla vicina isola di Lesina (Hvar) invece c’è un solo nuovo contagio. “L’esempio di Brazza deve fungere da insegnamento”, ha avvertito il ministro della Sanità, sottolineando che non bisogna abbassare la guardia: “Dobbiamo mantenere il distanziamento sociale. Basta un passo sbagliato per mandare in fumo tutto quanto fatto finora e ricominciare daccapo”.
Nelle ultime 24 ore sono state sottoposte a tampone 1.448 persone. Non vi sono state nuove vittime, per cui il numero complessivo dei decessi da coronavirus resta fermo a quota 86. Sono ancora attaccati al respiratore 13 pazienti, mentre quelli ospedalizzati sono 184, ovvero 11 in meno rispetto al giorno precedente.
A questo punto ovviamente i riflettori sono tutti puntati su Brazza. Non è escluso che tutta l’isola venga posta in quarantena. Secondo il ministro Vili Beroš il potenziale paziente zero di Brazza, rientrato sull’isola dopo essere stato dimesso dall’Ospedale di Spalato sarebbe risultato negativo al tampone. Il guaio è che una volta tornato a casa ha avuto molti contatti, per cui il contagio si è diffuso rapidamente.
Il ministro degli Interni, Davor Božinović, ha confermato che si continuerà con l’allentamento delle misure di contenimento della pandemia, a prescindere dal caso di Brazza, che per il momento appare isolato. Quindi è probabile che lunedì venga presa la decisione definitiva in merito alla liberalizzazione della circolazione tra le varie Regioni, con la conseguente abolizione dei lasciapassare elettronici. Presto, ha fatto presente Davor Božinović, più gente potrà anche attraversare il confine di Stato, per cui sarà necessario che l’Istituto nazionale per la salute pubblica definisca le necessarie raccomandazioni, visto che la progressiva liberalizzazione del traffico rappresenterà inevitabilmente un rischio epidemiologico.
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