Critiche trasversali all’uso del certificato digitale verde

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Critiche trasversali all’uso del certificato digitale verde

Sul fronte politico non mancano critiche sia da destra che da sinistra all’estensione dell’utilizzo dei green pass, vista come un modo per introdurre indirettamente l’obbligo vaccinale. Le rimostraze sono pertanto trasversali agli schieramenti. La parlamentare del Centro, Marijana Puljak, ha dichiarato che il governo cerca con insistenza di trovare i modi per imporre l’obbligo dell’immunizzazione, senza però dirlo esplicitamente. Secondo il deputato dell’SDP Arsen Bauk sarebbe molto più corretto se l’Esecutivo proponesse l’introduzione dell’obbligo vaccinale, tanto più che nell’ambito dell’opposizione di centrosinistra molti sono favorevoli a una simile soluzione. Molto critico nei confronti delle decisioni della Task force per la lotta alla pandemia è apparso pure il leader del Most, Božo Petrov, il quale ha affermato che l’Unità di crisi non si attiene al parere degli esperti, bensì attua la politica del governo. Secondo Petrov il governo dovrebbe dire a chiare lettere ai cittadini che determinate forme di prevenzione del Covid non sono completamente efficaci, ma possono contribuire a evitare gravi complicanze dovute alla malattia. Il leader del Most ha concluso affermando che il premier Andrej Plenković dimostra di avere tendenze dittatoriali. Sulla stessa lunghezza d’onda la deputata indipendente eletta nelle file del Most, Marija Selak Raspudić, secondo la quale i cittadini dovrebbero avere il diritto di scelta per quanto riguarda i vaccini e i test (“andrebbero fatti i prelievi di saliva che sono meno invasivi dei tamponi”). “Per entrare a scuola ci vorrà il green pass, per il centro commerciale invece non sarà necessario. Si crea così una disuguaglianza tra i cittadini”, ha aggiunto Marija Selak Raspudić. Dal 15 novembre prossimo le nuove regole antiepidemiche varranno anche al Sabor. Non riguarderanno soltanto i dipendenti e i visitatori bensì pure i deputati. Non vi potranno entrare i parlamentari sprovvisti di green pass. Quindi il Parlamento sarà off limits per quanti non sono guariti dal coronavirus e non sono vaccinati e che si rifiuteranno di esibire un test negativo. Indubbiamente anche questa disposizione ha suscitato forti controversie. La posizione più dura è stata quella degli esponenti del Movimento patriottico (DM) che si sono detti fortemente contrari all’uso del green pass o del test per il Covid per poter entrare nell’edificio del Sabor e prendere parte ai lavori parlamentari. Ritengono che in base alla Costituzione il potere derivi dal popolo e non dal Comando di crisi della Protezione civile nazionale. “In questo modo – hanno dichiarato – vengono lesi i diritti dell’uomo, le libertà individuali nonché quelle politiche. Spetta ai cittadini decidere chi li rappresenterà in Parlamento e non a un organo parastatale costituito ad hoc. Sono i cittadini a fare questa scelta e non due o tre dosi di un “certo” vaccino”, hanno sottolineato gli esponenti del Movimento patriottico. Secondo i parlamentari del DM, importanti ricerche hanno messo in dubbio l’efficacia dei vaccini e lo dimostrano pure i numeri relativi ai contagiati. “Perché coloro che impongono con la forza di vaccinarsi non sono pronti ad assumersi le proprie responsabilità in caso di possibili effetti collaterali”, si chiedono i deputati predetti. “La Task force dopo il divieto d’entrata al Sabor potrà fare altrettanto con il Pantovčak (sede del Presidente della Repubblica, nda) o con il Kaptol (sede ecclesiastica). Se dovesse cadere il Sabor, cadranno anche tutte le altre istituzioni nazionali”, hanno concluso dal Movimento patriottico.

 

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