Crisi giornali cartacei: 140 milioni dallo Stato per salvare la distribuzione

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Crisi giornali cartacei: 140 milioni dallo Stato per salvare la distribuzione
Foto: Hrvoje Jelavic/PIXSELL

In un momento storico in cui la stampa cartacea è messa all’angolo da Internet e dalle nuove abitudini dei lettori, lo Stato croato decide di intervenire. Il Ministero della Cultura e dei Media ha annunciato oggi, venerdì 25 aprile, un bando pubblico da 140 milioni di euro per garantire la continuità della distribuzione dei giornali cartacei, un servizio ormai non più redditizio sul mercato, ma ritenuto di fondamentale importanza per la società.
La misura arriva dopo che l’unico distributore nazionale – Tisak plus – ha annullato tutti i contratti con gli editori, lasciando di fatto il sistema editoriale senza una rete di distribuzione funzionante.

Interesse economico generale

Il governo, consapevole della gravità della situazione, aveva già dichiarato a inizio aprile che la distribuzione dei quotidiani è un “servizio di interesse economico generale”. Questo riconoscimento ha aperto la strada al finanziamento pubblico per un’attività che il mercato da solo non riesce più a sostenere.

Il bando, che resterà aperto fino al 26 maggio, prevede la selezione di un nuovo distributore che si occuperà della consegna quotidiana dei giornali in tutto il Paese, coprendo 2828 punti vendita e circa 49.000 abbonati, riporta l’agenzia Hina.

Un crollo che non si ferma

La decisione arriva in risposta a numeri allarmanti. Secondo l’analisi di mercato allegata al bando, nel 2023 la vendita dei quotidiani è crollata del 15% rispetto all’anno precedente. I settimanali hanno subito un calo dell’8%. Si tratta di un trend negativo che prosegue da anni e che sta mettendo a rischio la sopravvivenza stessa dell’informazione su carta.
La mancanza di profitti ha portato Tisak plus a ritirarsi dal settore. La distribuzione è stata temporaneamente trasferita a una nuova società – Distribucija tiskanih medija – che però ha aumentato notevolmente i costi del servizio, aggravando ulteriormente la situazione per gli editori.

Come funzionerà il nuovo modello

Il nuovo distributore selezionato attraverso il bando riceverà un compenso pubblico che coprirà la differenza tra i costi effettivi di distribuzione e le entrate provenienti dagli editori, garantendo comunque un “margine di profitto ragionevole”. Il costo stimato per lo Stato sarà di circa 20 milioni di euro all’anno, con un contratto iniziale di cinque anni rinnovabile per altri due, arrivando così al tetto complessivo di 140 milioni di euro.

Il prezzo che il distributore potrà richiedere agli editori sarà “stabilito dal Ministero”, e dovrebbe aggirarsi attorno ai “20 centesimi di euro per copia”. Il resto sarà coperto dal finanziamento pubblico. Il contratto “potrà essere interrotto” se, nel frattempo, emergerà un altro distributore capace di offrire lo “stesso servizio a condizioni migliori” e senza necessità di fondi pubblici.

Più di una questione economica

Ma il salvataggio della distribuzione non è solo una misura tecnica. Dietro c’è una visione culturale e sociale. Come si legge nella documentazione del bando, “i media cartacei sono espressione e simbolo della cultura della lettura, dell’informazione e del dialogo democratico” della cittadinanza croata. Un ruolo, questo, che “non può essere” semplicemente “affidato agli algoritmi” dei social network o alle notizie mordi-e-fuggi online.

Il governo ha sottolineato in particolare “l’importanza dei giornali per la popolazione anziana”, che spesso non si informa tramite Internet e continua a preferire il quotidiano in formato cartaceo. Per queste fasce della popolazione, mantenere attiva la rete distributiva è essenziale per garantire l’accesso all’informazione.

Un atto necessario per evitare il collasso

Il passo compiuto dalla Croazia può essere letto come una presa di coscienza: il libero mercato, da solo, non riesce più a sostenere la filiera dell’informazione tradizionale. Mentre il digitale cresce, i costi della stampa e della distribuzione aumentano, e le copie vendute diminuiscono. In questo contesto, senza un intervento pubblico, il rischio sarebbe stato “il collasso totale della stampa cartacea”, con gravi conseguenze per la pluralità dell’informazione.

Ora la sfida è trovare un operatore in grado di gestire il servizio con efficienza, trasparenza e visione a lungo termine. L’informazione stampata potrà anche non essere più dominante, ma resta un “pilastro insostituibile per una democrazia sana”, soprattutto per chi, per ragioni anagrafiche o sociali, resta escluso dai canali digitali.

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