Corruzione in Croazia. Il 95% dei cittadini non ha fiducia nell’USKOK

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Corruzione in Croazia. Il 95% dei cittadini non ha fiducia nell’USKOK
Il procuratore di Stato Turudić Foto: Marko Lukunic/PIXSELL

In base a un sondaggio condotto dal portale Index la stragrande maggioranza dei cittadini croati è convinta che il caso di corruzione in cui è coinvolto l’ormai ex ministro Vili Beroš (ancora in carica al momento dell’arresto) sia di competenza della Procura europea (EPPO) e non dell’Ufficio per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata (USKOK). La popolazione croata dimostra così di avere molta più fiducia nelle istituzioni europee che in quelle croate. Del sondaggio del portale informativo è emerso che ben il 95% dei cittadini è propenso a credere nelle indagini dell’EPPO, mente solo il 5% in quelle dell’USKOK. Ricordiamo che dopo l’arresto di Vili Beroš e degli altri indagati la Procura europea e quella croata si sono scontrate nel decidere di chi sia la competenza del caso. Infine il procuratore si Stato croato Ivan Turudić ha deciso che la gestione del caso sarà affidata all’USKOK e non alla Procura europea (EPPO).

Esistono diverse ovvie ragioni che giustificano la propensione dei croati di ritenere più affidabile l’intervento dell’EPPO. In primo luogo, è abbastanza ovvio che i procuratori dell’UE hanno delineato un’indagine molto più seria contro Beroš e contro gli altri sospettati, tra cui Hrvoje Petrač e i suoi figli, nonché Goran Roić e Tomo Pavić dell’Ufficio regionale di Krapina dell’Istituto croato per l’assicurazione sanitaria. Inoltre, da quanto è emerso finora, è ovvio che l’EPPO ha scoperto l’intera vicenda, indagando a fondo sul caso di Tomislav Tolušić, e che l’USKOK è stato coinvolto in parte, avviando un’indagine solo su un segmento di tale caso. L’EPPO dispone anche di prove dell’avvenuta comunicazione tra Pozder e Petrač che dimostrano il loro reciproco legame, nonché quello con Beroš.

In terzo luogo, è un dato di fatto che negli ultimi anni la Procura europea ha aperto una serie di casi importanti. Inoltre, da quando la Procura europea opera in Croazia, diversi esponenti di alto rango del primo ministro Plenković sono stati presi di mira dalla stessa. Basti citare gli ex ministri Tomislav Tolušić e Gabrijela Žalac.

Senza dimenticare che un’indagine completa e indipendente dovrebbe stabilire se Beroš sia l’unico ad aver agito in modo criminale dai vertici del governo in questo caso, considerando che si tratta di una figura che deve gran parte della sua carriera politica all’HDZ e a giudicarlo è un procuratore di Stato da poco insediato proprio su nomina del medesimo partito politico. Una tale coincidenza può facilmente far sorgere il sospetto tra i cittadini che si voglia proteggere qualcuno. Naturalmente l’HDZ avrebbe potuto evitarlo se avesse nominato qualcun altro come procuratore di Stato, ma Plenković ha insistito per l’insediamento di Turudić.

Infine, e forse l’elemento più importante, è che la maggioranza dell’attuale governo non ha scelto la procuratrice europea Tamara Laptoš, né l’HDZ, per quanto è noto, l’ha chiamata “la nostra ragazza”, come hanno fatto con Turudić definendolo “il nostro ragazzo”. A differenza di quest’ultimo, lei non ha dichiarato pubblicamente di essere stata eletta dall’HDZ. Laptoš ha un capo, il principale procuratore europeo Laura Kovesi, che, si può affermare quasi certamente, non abbia alcun interesse a intralciare l’HDZ e Plenković.

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