Corruzione fondi Ue: ancora in manette imprenditrice fiumana

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Corruzione fondi Ue: ancora in manette imprenditrice fiumana
Foto d'archivio. Foto: Ivica Galovic/PIXSELL

L’Ufficio del procuratore europeo (EPPO) a Zagabria ha avviato un’indagine contro due sospettati per frode legata ai sussidi agricoli, tra cui una persona già arrestata l’anno scorso per una frode simile riguardante sussidi agricoli. Tra gli arrestati ci sono Vanja G., già nota per precedenti reati, e un avvocato, entrambi fermati mercoledì su richiesta dell’EPPO, riporta l’agenzia di stampa Hina. L’arresto è stato eseguito in collaborazione con la Questura litoraneo-montana.

Secondo quanto riferito dall’EPPO, i due sospettati sono accusati di aver presentato richieste fraudolente per ottenere sovvenzioni cofinanziate dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e dal bilancio dello Stato croato. Le sovvenzioni, richieste tra ottobre 2021 e ottobre 2022, riguardavano un progetto agricolo dal valore di 711.394 euro, per il quale i due avevano chiesto un contributo di 497.976 euro.

Dati falsi per ottenere i sussidi

Secondo l’indagine, Vanja G. e il co-sospettato, un amministratore di una società commerciale, avrebbero falsificato i dati relativi alla dimensione economica dell’azienda per ottenere i sussidi. Inoltre, avrebbero dichiarato falsamente che la società aveva personale qualificato in agronomia o biotecnologia e che era membro di una cooperativa agricola, ottenendo così un vantaggio ingiustificato nel processo di valutazione delle richieste.

L’EPPO ha sottolineato che l’Agenzia croata per i pagamenti in agricoltura ha rilevato le irregolarità durante la valutazione amministrativa e ha deciso di non erogare i fondi.

Il precedente arresto

Vanja G. era già stata arrestata nell’ottobre 2023 per una frode simile. Aveva presentato documenti falsi per dimostrare di avere i fondi necessari per avviare una piantagione di fichi sull’isola Liciniana (Jakljan), nei pressi di Ragusa (Dubrovnik). Grazie a tali falsificazioni, aveva ottenuto fondi Ue per un valore di 1,5 milioni di euro.

Successivamente, parte di questi fondi erano stati prelevati in contanti o trasferiti ad altre società collegate per mascherare l’origine del denaro. Secondo l’EPPO, Vanja G. e il suo partner commerciale avrebbero così ottenuto un profitto illecito di 1,5 milioni di euro, danneggiando sia il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale che il bilancio dello Stato croato.

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