Convivenza e condivisione. Le vicende della Memoria

A Roma una conferenza organizzata dall’ANVGD e dedicata alla storia degli ebrei della Venezia Giulia e dell’Adriatico orientale

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Convivenza e condivisione. Le vicende della Memoria

In occasione del Giorno della Memoria il Comitato provinciale dell’ANVGD (Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia) ha organizzato nella Casa del Ricordo a Roma una conferenza dedicata alle vicende degli ebrei nell’Istria e nella Dalmazia intitolata “Gli ebrei nella Venezia Giulia e nell’Adriatico orientale: convivenza e condivisione”. A moderare la conferenza – trasmessa anche sul canale YouTube – è stata Maria Grazia Chiappori, consigliere ANGVD, mentre ad aprire i lavori è stato Claudio Procaccia, direttore del Dipartimento beni e attività culturali della Comunità Ebraica Romana e autore di saggi storici sull’ebraismo a Roma e in Italia. Il suo intervento si è incentrato sulla storia delle Comunità ebraiche in Italia e la loro interazione con l’Italia, madrepatria acquisita. Il relatore ha posto un accento specifico sulla secolarizzazione delle Comunità ebraiche e sull’assimilazione degli ebrei nella società civile italiana. È specialmente nel territorio della Repubblica di Venezia, ma anche nella Venezia Giulia e Dalmazia, che gli ebrei si sono pienamente integrati nella società e hanno varcato i confini dei ghetti imposti dalle autorità. È stato ricordato, infine, il grande contributo degli ebrei della Venezia Giulia e della Dalmazia allo sviluppo della cultura italiana, al cui arricchimento hanno partecipato in modo attivo fino alla proclamazione delle leggi razziali da parte del regime fascista e all’Olocausto. Da aggiungere che anche la Seconda guerra mondiale numerosi ebrei residenti nelle località dell’Adriatico orientale si sono uniti agli italiani che intrapresero la via dell’esodo.

 

Il contributo culturale

A tracciare l’itinerario storico delle Comunità ebraiche in Istria è stata Eufemia Budicin, consigliere dell’ANGVD di Roma, elaborando la presenza degli ebrei nelle città di Parenzo, Rovigno e Pola, nonché a Capodistria, Pirano e Isola, dove, non potendo accedere alle corporazioni professionali, si sono dedicati in primo luogo al commercio e alla pratica della medicina. Le principali città dell’Adriatico orientale sono state luogo di insediamento di Comunità ebraiche che hanno contribuito allo sviluppo culturale, economico ed artistico. Le leggi razziali proclamate nel 1938 e le successive deportazioni verso i campi di concentramento nazisti ridussero ai minimi termini una componente importante del tessuto sociale giuliano-dalmata, da cui erano emersi artisti, scrittori, intellettuali e imprenditori.

Alcuni nomi illustri

Carlo Cetteo Cipriani, della Società Dalmata di Storia Patria, ex-ufficiale di aeronautica dedicatosi allo studio delle Comunità ebraiche di Spalato, Zara, Ragusa (Dubrovnik) e Cattaro, ha offerto una mappatura della presenza ebraica sulla sponda orientale dell’Adriatico. Nel suo intervento è emerso in modo chiaro l’importante contributo dato dagli appartenenti alle Comunità ebraiche alla vita culturale della regione. Cipriani ha citato nomi illustri di ebrei spalatini e dalmati, tra i quali Adolfo Mussafia, Luciano e Salomone Morpurgo, la famiglia Stock del famoso “Brandy Stock 84”, che si uniscono ad altri nomi importanti come Italo Svevo e Bruno Mascarelli. In questo contesto Cipriani ha evidenziato che nel tentativo di sfuggire alla tragedia dell’Olocausto durante la Seconda guerra mondiale molti ebrei cercarono riparo nei territori occupati dall’Esercito italiano, che – a differenza dai fascisti –, per quanto riguarda le persecuzioni aveva assunto un atteggiamento più flessibile rispetto all’esercito tedesco e dal regime di Ante Pavelić (NDH).

Una storia da conoscere

Anche Donatella Schürzel, presidente del Comitato ANGVD di Roma, si è soffermata sulla presenza ebraica in Istria e particolarmente a Rovigno, chiarendo che volutamente da questa conferenza è stata tralasciata la storia degli ebrei di Fiume, ai quali è stata dedicata un’attenzione speciale in occasione di altri convegni (ricordiamo qui, tra l’altro, il saggio “Gli ebrei di Fiume” di Rina Brumini e gli studi di Silvia Bon). A concludere la serata è stato l’intervento del direttore dell’Archivio storico Museo di Fiume, Marino Micich, che ha illustrato l’importanza di momenti di approfondimento come quello organizzato a Roma, sia per mettere in risalto il sostegno assicurato dalla popolazione dell’Istria e della Dalmazia agli ebrei perseguitati, sia per fare piena luce sugli eventi storici che hanno portato all’istituzione delle ricorrenze dedicate alle tragedie del passato: il Giorno della Memoria e il Giorno del Ricordo.

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