Confine italo-sloveno. Pattuglie miste: un fallimento

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Confine italo-sloveno. Pattuglie miste: un fallimento

Sono passati tre mesi da quando sull’Altopiano carsico triestino sono diventate operative le pattuglie miste sul confine italo-sloveno che avrebbero dovuto apportare una svolta decisiva sul fronte dell’immigrazione, riducendo gli ingressi illegali nel Belpaese, ma invece che diminuire, gli arrivi sono aumentati, come fatto presente dal Sindacato Autonomo di Polizia in una nota. “Sono state 560 le identificazioni di agosto a Trieste, 293 in più rispetto ai dati raccolti nello stesso mese nel 2018 mentre per quanto riguarda quelli di settembre sono circa 337 fino ad oggi al fronte dei 219 rintracci di tutto il mese di settembre dell’anno scorso.
Gli arrivi di migranti in Friuli Venezia Giulia continuano a crescere come si evince anche dai numeri resi noti durante l’audizione dei quattro Prefetti FVG in Consiglio regionale, sarebbero ben 5.526 gli ingressi accertati dall’inizio dell’anno, i quali comprendono sia identificazioni che presentazioni spontanee in Questura. Le persone fermate sono in maggioranza pakistani e afghani, tutti richiedenti asilo, ma solo a 6 su 10 la Commissione competente nega ogni protezione internazionale. Tuttavia anche se la richiesta viene rigettata, c’è sempre la possibilità di presentare ricorso, bloccando così la procedura per almeno 2 anni in attesa della decisione del Tribunale. Gli arrivi sarebbero soprattutto concentrati a Trieste, data anche la vicinanza con il confine sloveno ma, nonostante un aumento degli arrivi, le presenze in di richiedenti asilo sul territorio sono in calo.
L’iniziativa di formare pattuglie miste di Polizia slovena e italiana, partita il 1.mo luglio scorso, non sta dando i risultati sperati. Ora il Ministero dovrà decidere se dare un’altra possibilità all’iniziativa che sembra già propendere verso il “no”, vista la scarsa disponibilità degli agenti sloveni.

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