
Il Memorandum di Intesa tra Croazia, Italia e Slovenia del 1992 avrà, si spera, in futuro una nuova vita. Su questo tema è stato convocato per il 19 febbraio a Capodistria un tavolo tecnico di lavoro al quale sono stati invitati i rappresentanti delle Istituzioni che rappresentano politicamente e giuridicamente gli appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana in Slovenia e Croazia: il vicepresidente del Sabor e deputato della CNI, Furio Radin, l’Unione italiana, il Consiglio della minoranza italiana della Regione istriana e il Consiglio della minoranza italiana della Regione litoraneo-montana. Questo incontro, che si terrà a Palazzo Gravisi Buttorai, vedrà una discussione e la preparazione di una bozza di accordo nella quale verranno fissati i punti salienti da presentare in un vertice governativo tra Slovenia e Croazia al fine di firmare un Trattato bilaterale tra Slovenia e Croazia sulla tutela della minoranza italiana.
Tre accordi bilaterali
L’iniziativa ha preso come base di partenza la delibera accolta il 16 maggio del 2024 durante la seduta della Commissione per le Nazionalità del Parlamento della Repubblica di Slovenia e la conferma di sostegno data dal Governo della Repubblica di Slovenia per la preparazione di una proposta per la stipula dei Trattati bilaterali riferiti allo storico Memorandum del 15 gennaio 1992. Con quel Memorandum si voleva definire il modello per la protezione della minoranza italiana in Croazia e Slovenia, basato su trattati internazionali pertinenti e sugli impegni della CSCE, cioè l’odierna OSCE. “A fine aprile, inizio maggio del 2024 il Governo della Repubblica di Slovenia ci ha dato finalmente, dopo anni di richieste da parte nostra, luce verde all’avvio delle trattative per creare un documento che poi servirà a stipulare due accordi bilaterali tra Slovenia e Croazia e tra Slovenia e Italia. Il Memorandum d’intesa del 1992 conteneva al suo interno un paragrafo in cui si diceva che, quando la Repubblica di Slovenia e quella indipendente di Croazia verranno riconosciute internazionalmente, si procederà alla stipula di tre trattati bilaterali. Nel 1996 si è fatto quello tra Croazia e Italia, il Dini-Granić. Gli altri due sono invece rimasti nel cassetto. Oggi pensiamo che tanti siano gli interessi che possano essere inseriti all’interno di questi due trattati”, ha spiegato il deputato della minoranza nazionale italiana alla Camera di Stato del Parlamento sloveno, Felice Ziza.
Ampliamento del segnale
L’incontro del 19 febbraio sarà incentrato particolarmente sulla questione di TV e Radio Capodistria. Felice Ziza ha ricordato che negli ultimi anni ci sono state enormi difficoltà nella diffusione del segnale radiotelevisivo. Le regioni in Croazia dove è presente la CNI hanno poco o nessun accesso a queste due emittenti. La questione si complica poi siccome la Radiotelevisione slovena non è più disposta a finanziare le attività al di fuori dei confini nazionali. Ciò rende più difficile su base quotidiana il lavoro dei dipendenti. Punto centrale del Trattato è dunque, come ha riferito il deputato, migliorare questo aspetto. “Inizieremo a parlare, a capire le cose che possono essere inserite; i bisogni e le necessità che abbiamo come Comunità unica, unita e indivisibile. Sicuramente un accordo tra i due Governi e poi probabilmente tra i due Parlamenti ci darà più forza, più visibilità e più possibilità di attuare quelli che sono i nostri diritti, i nostri bisogni e le nostre necessità”. Un aspetto chiave è che, secondo Felice Ziza, la Croazia non contribuisce e non favorisce in nessun modo il lavoro della Radio e della Televisione capodistriane. Assieme a questo elemento, ha proseguito il deputato Ziza, si aggiungono poi altre questioni inerenti alle due emittenti che dovrebbero, secondo il parlamentare, diventare la quinta istituzione comune della CNI, a fianco del Centro di ricerche storiche di Rovigno, del Dramma italiano, dell’EDIT e dell’Unione italiana. RTV Capodistria è, come ha detto, “la più grande di tutte queste istituzioni” e “dovrebbe far parte delle istituzioni comuni d’interesse di tutti e due gli Stati, di tutti e due i Governi e della nostra Comunità”.
Documenti internazionali
Il Trattato che si vuole stipulare, ha spiegato infine Felice Ziza, richiamerà “quello che è già presente”, ovvero i trattati internazionali ed europei, “in particolare la Convenzione quadro per la tutela delle minoranze in Europa e la Carta europea sulle lingue minoritarie e regionali. Questi due documenti non sono menzionati nel Memorandum, ma verranno aggiunti assieme a quelli già esistenti”.
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