CNI. Radin: «Impiegare bene i fondi»

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CNI. Radin: «Impiegare bene i fondi»

Nell’ambito della manovra finanziaria per il 2022 non è mancato un occhio di riguardo nei confronti delle minoranze nazionali, grazie anche all’impegno dei parlamentari delle etnie, tra cui il deputato della CNI e vicepresidente del Sabor, Furio Radin. I fondi per l’Ufficio governativo per i diritti dell’uomo e delle minoranze nazionali dovrebbero infatti aumentare di 72.872.220 kune e arrivare a quota 266.613.201 kune. In pratica la lievitazione dei mezzi stanziati dall’Ufficio governativo per il finanziamento dei progetti e le iniziative a sostegno delle Comunità nazionali dovrebbe essere pari al 37,6 p.c. Una percentuale tutt’altro che disprezzabile, a dimostrazione della sensibilità che il governo presieduto da Andrej Plenković dimostra per le esigenze delle etnie.
Visto che la maggioranza di cui l’Esecutivo gode al Sabor non è mai venuta meno finora non dovrebbero esserci problemi per l’approvazione della manovra finanziaria e quindi anche per lo stanziamento di ulteriori risorse per le Comunità nazionali. L’assestamento del Bilancio nazionale dovrebbe portare pertanto una ricca dote alle minoranze nazionali, CNI inclusa. In questo contesto, infatti, i contributi destinati alla CNI dovrebbero lievitare di oltre 8,2 milioni di kune (1,1 milioni di euro). Se la stima si rivelerà esatta significherà che quest’anno lo Stato potrebbe destinare alla CNI complessivamente 5,5 milioni di euro, senza contare i contributi per il funzionamento delle istituzioni scolastiche della CNI.
Si tratta, come rilevato dal vicepresidente del Sabor e parlamentare della CNI, Furio Radin, di un risultato soddisfacente. “Da un punto di vista finanziario stiamo facendo notevoli passi avanti. Un tempo gli stanziamenti erano pari a 5 milioni di marchi per tutte le etnie messe insieme”, per cui, ha lasciato intendere Radin, senza gli aiuti dall’Italia ben poco si sarbbe potuto fare. Ma, ha aggiunto il vicepresidente del Sabor, “anche adesso siamo molto grati all’Italia per l’aiuto fornito; però va ribadito che grandi passi avanti sono satti compiuti per quanto concerne i finanziamenti in Croazia. Speriamo che questa situazioni duri perché il futuro si presenta molto incerto. Dato che oggi siamo arrivati a risultati notevoli, ragguardevoli, dobbiamo riflettere bene su come spendere nella maniera migliore questi fondi. ciò vuol dire pure seguire le indicazioni date a Pola dall’Ambasciatore d’Italia in Croazia Pierfrancesco Sacco sulla necessità di orientarsi maggiormente sugli investimenti. Questo naturalmente vuol dire, sì, investimenti nei settori della cultura e dell’istruzione, ma anche in campo economico, che ci diano sicurezza, che garantiscano ricadute positive in futuro. Aspettando sì ogni anno gli aiuti dall’Italia, ma anche aiutandoci noi stessi”. Bisogna pensare al futuro e non soltanto ai giochi di potere, è stato il messaggio eloquente lanciato dal vicepresidente del Sabor, Furio Radin.
I finanziamenti, ha ricordato il deputato della CNI, hanno iniziato ad aumentare gradualmente appena dopo il 2004, ma mai sono stati così cospicui come ultimamente. Ragion per cui, ha concluso il vicepresidente del Sabor, “bisogna stare attenti a usarli bene”. In altri termini vanno utilizzati in maniera oculata, perché diano i loro frutti e rappresentino possibilmente una garanzia per il futuro della Comunità Nazionale Italiana.

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