Censimento. Nazionalità, un dato su cui riflettere

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Censimento. Nazionalità, un dato su cui riflettere

“Quando rispondete alla domanda numero 17 del Censimento della popolazione, quella che si riferisce all’appartenenza etnica, riflettete bene in merito a cosa vi sentite. È proprio su questa domanda che si basano i diritti e i doveri degli appartenenti alle minoranze nazionali”, ha rilevato ieri la deputata Barbara Antolić Vupora, che ricopre pure il ruolo di rappresentante della minoranza nazionale slovena in seno alla Regione di Varaždin.
Invitando i suo connazionali a ragionare sulle origini dei loro antenati, la parlamentare ha sottolineato che il Censimento della popolazione, dei nuclei familiari e delle abitazioni 2021 è un appuntamento estremamente importante per la minoranza slovena, che in base al censimento del 2011 nella Regione di Varaždin contava 496 persone. Barbara Antolić Vupora ha affermato che il numero in realtà è più elevato. A tale proposito ha invitato a riflettere sul fatto che in tutto il Paese risultano vivere 10.517 sloveni, mentre 50 anni fa il loro numero era di circa 50mila. “Nessun deflusso naturale può provocare un calo tanto drastico di una popolazione. Sappiamo che nel frattempo c’è stata la guerra e che gli appartenenti alla minoranza slovena si sentivano più croati che sloveni. Durante la guerra bisognava schierarsi e difendere la Croazia. Ed è normale che la maggior parte delle persone preferiva dichiararsi croata piuttosto che slovena”, ha affermato detto Barbara Antolić Vupora, esponendo il suo punto di vista sui motivi che hanno portato alla riduzione del numero degli sloveni in Croazia. Sempre stando alla deputata, un’altra ragione per via della quale i suoi connazionali non si sono dichiarati sloveni sarebbe legato alla proclamazione dell’indipendenza e alla difficoltà di una fetta della popolazione di cogliere la differenza tra il significato di nazionalità e quello di cittadinanza.
Barbara Antolić Vupora ha dichiarato che le comunità nazionali meno numerose, tra cui quella slovena, non sono sempre nella possibilità di poter comunicare con l’opinione pubblica e che di conseguenza i loro diritti finiscono per essere relegati in secondo piano. “Ma non nella Regione di Varaždin, nella quale, a seguito dei grandi sforzi profusi, l’apprendimento della lingua e della cultura slovene è più accessibile. Un obiettivo che siamo riusciti a raggiungere lavorando duramente e con impegno; tuttavia, per poter continuare a usufruire di questi diritti è indispensabile che ciascuno rifletta per bene alla risposta che fornirà al quesito numero 17 del Censimento 2021, consideri chi erano i suoi antenati, ragioni se si considera il custode di una parte della storia e della cultura di un altro Paese”, ha concluso Barbara Antolić Vupora, invitando a rispondere al quesito sull’appartenenza etnica dando retta ai propri sentimenti.
In base alla legislazione croata diversi dei diritti di cui godono le minoranze dipendono dai dati del rilevamento della popolazione, ovvero dal numero degli appartenenti alle singole etnie. Nel caso della Comunità Nazionale Italiana il grosso dei diritti è sancito da Leggi, Statuti delle autonomie locali e regionali e accordi internazionali. Ciononostante, l’esito del rilevamento della popolazione è tutt’altro che ininfluente. Ecco perché l’Unione Italiana e le altre istituzioni dell’etnia si sono impegnate già da tempo onde spronare i connazionali a dichiararsi italiani al Censimento 2021. Perché, come sottolineato dal presidente dell’UI, Maurizio Tremul, in occasione dell’ultima Seduta ordinaria dell’Assemblea dell’UI, la CNI deve fare fronte comune. “Ne va del futuro della CNI. Anche perché – ha rilevato Tremul – tutti, in tutte le stanze da Trieste a Roma, a Lubiana e Zagabria, guardano ai risultati del rilevamento”.

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