Censimento. Le «piccole» minoranze facciano quadrato

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Censimento. Le «piccole» minoranze facciano quadrato

Dopo il grande successo del rilevamento digitale, prosegue in Croazia il censimento della Popolazione, con i rilevatori impegnati a censire i cittadini porta a porta. C’è tempo fino al 17 ottobre per effettuare il rilevamento. Le minoranze nazionali pertanto non desistono dalla campagna di sensibilizzazione dei rispettivi appartenenti per invogliarli a dichiarare la propria identità al quesito attinente alla nazionalità. L’Unione Italiana e le altre istituzioni della CNI si impegnano a fondo in questo campo per sensibilizzare i connazionali sull’importanza di dichiararsi di nazionalità e madrelingua italiana.
Sono puntati sul Censimento anche i riflettori di altre minoranze che non evidenziano un numero elevato di appartenenti. Ieri si sono fatte avanti due deputate che si riconoscono rispettivamente nelle etnie albanese e slovena per convincere quanti hanno un’identità minoritaria a dichiararla senza remore e timori superflui ai rilevatori.
Ermina Lekaj Prljaskaj, parlamentare della minoranza nazionale albanese e di altre quattro etnie tra cui quella slovena, e Barbara Antolić Vupora, deputata dell’SDP, appartenente alla Comunità Nazionale Slovena, hanno invitato ieri gli appartenenti alle “piccole” minoranze a dichiarare la propria nazionalità al Censimento, contribuendo così a conservare i propri diritti minoritari.
Ermina Lekaj Prljaskaj ha parlato della questione nel corso di una conferenza stampa al Sabor, invitando tutti gli appartenenti alle minoranze nazionali, e in modo particolare gli albanesi, i bosgnacchi, i macedoni, montenegrini e gli sloveni a collaborare in modo attivo con i rilevatori e a esprimersi come appartenenti alle loro rispettive Comunità nazionali.
“Durante il lavoro sul campo ho avuto modo di vedere come la maggioranza di essi per motivi tecnici o per via di convincimenti vari non si esprimano come appartenenti alla propria minoranza nazionale. È importante che questo invece avvenga, perché come appartenenti a una minoranza in base alla Costituzione hanno dei diritti sia a livello locale che nazionale, i quali però possono venire realizzati soltanto dichiarandosi appartenenti a una determinata minoranza”, ha affermato la parlamentare Ermina Lekaj Prljaskaj.
Barbara Antolić Vupora, in veste di appartenente alla minoranza slovena, ha espresso pure lei la sua preoccupazione per l’andamento del Censimento e per le risposte che i cittadini daranno al 17.esimo quesito, ossia quello sull’appartenenza a una minoranza nazionale, perché da questo dipende quali diritti un’etnia potrà conservare. “Se il numero di coloro che non si esprimeranno in linea con la loro identità di appartenenti a una minoranza nazionale dovesse essere elevato, si potrebbe scendere sotto i numeri previsti dalle vigenti norme per studiare una lingua a scuola o per avere accesso ad altri diritti sanciti dalla Legge costituzionale, per cui questi diritti potrebbero venire meno”, ha affermato la deputata.
Un riferimento particolare è stato poi fatto ai matrimonio misto, in considerazione del fatto che “l’esistenza delle piccole minoranze è realmente minacciata”. In questo contesto Barbara Antolić Vupora ha lanciato un appello agli interessati, esortando a riflettere su una questioni di principio. “Pensate a quali identità è necessario soprattutto proteggere; sono quelle delle minoranze, ovvero di coloro che sono in pochi”, ha concluso.
Sempre in materia di Censimento è stato presentato un reclamo da parte della Chiesa ortodossa croata – peraltro non riconosciuta dalle autorità – per il fatto che non è stata inserita nell’elenco delle comunità religiose che si possono scegliere nella versione digitale del rilevamento.

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