
C’è chi vorrebbe porre fine al bilinguismo in Istria? Una frase sibillina, narrano le cronache parlamentari, è stata pronunciata a Zagabria all’incontro organizzato al Sabor dall’associazione “In nome della famiglia”, nel corso del quale la leader Željka Markić ha sottolineato che “in Istria il bilinguismo dovrebbe essere abolito, così come il finanziamento delle commemorazioni per le vittime della Lotta popolare di Liberazione”. L’incontro era incentrato di fatto sull’analisi della linea redazione del settimanale della minoranza serba Novosti, ma a quanto pare gli organizzatori non hanno dissertato soltanto “di libertà di stampa”, vista dalla loro ottica, ma anche di obiettivi di più vasto raggio. Salvo poi rimangiarsi tutto o quasi di fronte alle reazioni provenienti dall’Istria. Ma sappiamo che quando si tratta di diritti delle minoranze è sempre bene stare all’erta, perché i pregiudizi e le voglie di chiusura non mancano mai, anche laddove ci sono quelli che giurano e spergiurano di essere solamente per la libertà e la democrazia.
A reagire alle notizie provenienti dal Sabor è stato deputato e presidente della Dieta democratica istriana Dalibor Paus, il quale ha dichiarato ieri a Pola che la DDI “non permetterà a Željka Markić e Igor Peternel di attaccare l’istrianità e il bilinguismo”. Paus ovviamente si è richiamato alla frase della discordia che sarebbe stata pronunciata in Parlamento, ossia che “dovrebbe essere abolito il bilinguismo in Istria e il finanziamento delle commemorazioni per le vittime della LPL”. L’associazione “In nome della famiglia” e “il suo ventriloquo parlamentare Igor Peternel, in Parlamento hanno lanciato un attacco all’essenza dell’istrianità, cioè al bilinguismo. L’analisi che hanno presentato al Sabor non è altro che un tentativo di soffocare i diritti delle minoranze e un attacco ai valori fondamentali dell’Istria – la convivenza, la tolleranza e il rispetto per la diversità”, ha affermato Paus in una nota.

No ad attacchi estremistici
Il leader della DDI ha sottolineato che l’Istria è giustamente orgogliosa del suo multiculturalismo e della sua eredità antifascista. Proprio per questo motivo – ha aggiunto – la DDI “non permetterà alcun tentativo di sminuire o distruggere il bilinguismo in Istria, di offuscare la memoria delle vittime del fascismo o di utilizzare i soldi del bilancio per sostenere la diffusione dell’odio”. Ha rilevato inoltre che “i cittadini istriani non permetteranno che tali attacchi estremistici gettino una macchia sulla Regione istriana e la società che abbiamo faticosamente costruito: libera, aperta e inclusiva”. L’associazione “In nome della famiglia” cerca di presentarsi come paladina “dei valori croati, mentre in realtà i suoi metodi assomigliano più a pressioni provenienti dai tempi più bui: autoritarismo, censura, silenzio sulle minoranze. L’Istria ha resistito con successo a queste idee per decenni e continuerà a resistere”, ha detto Paus. “Lo spettacolo ‘pittoresco’ di Peternel non intimidirà né noi né l’Istria”, ha rilevato ancora, aggiungendo che la risposta agli estremisti è chiara: “L’Istria rimane una Regione di convivenza, tolleranza e libertà, e la DDI difenderà i diritti e le libertà di tutti i suoi cittadini senza compromessi. I cittadini istriani rifiutano l’odio e la paura come armi politiche, e la Dieta non permetterà a nessun gruppo politico di imporre questo all’Istria”.
Le esternazioni di Paus si riferiscono, come abbiamo evidenziato, alla presentazione dell’Analisi del contenuto del settimanale Novosti nel corso del 2023 che ha avuto luogo al Parlamento croato. L’Analisi è stata preparata dall’associazione “In nome della famiglia” che dal suo punto di vista non ha lesinato critiche alla linea redazionale di Novosti, cosa del resto non nuova, ma sempre respinta dalle forze democratiche di maggioranza e opposizione che non hanno voluto intromettersi, almeno finora, in questione riguardanti la libertà di stampa e opinione. Per quanto tali opinioni, magari, possano risultare a volte a qualcuno indigeste.
Non si è parlato di partigiani
Alla direttrice esecutiva dell’associazione “In nome della famiglia”, Željka Markić, non è piaciuto però essere additata come ostile a priori alle minoranze e ha ribattuto alle critiche giunte dall’Istria affermando che “Paus nasconde la corruzione dietro la tutela dell’istrianità e del bilinguismo”. “Non permetterò che Paus nasconda la corruzione propria o altrui dietro la protezione dell’istrianità e del bilinguismo”, ha reagito Željka Markić in un comunicato stampa. L’Analisi del contenuto di Novosti nel 2023 “riguarda l’uso improprio del denaro pubblico destinato alla minoranza serba e utilizzato, contrariamente alle condizioni poste dal Governo, per la promozione politica di determinati partiti politici e ideologie”, ha affermato Željka Markić. “L’Analisi ha dimostrato che quasi un milione di euro di denaro dei contribuenti, che Novosti ha ricevuto dal governo, sono stati utilizzati per pubblicizzare l’SDSS, Možemo!, l’HNS e altri, e per attacchi alla Guerra patriottica, ai valori costituzionali della Repubblica di Croazia, agli avversari politici e a coloro che la pensano diversamente”. Infine la puntualizzazione di Željka Markić: “L’Analisi e la tavola rotonda si sono occupate di corruzione e abuso del denaro pubblico, non di bilinguismo o di partigiani”.
Basta questa puntualizzazione per fugare i dubbi e le perplessità? Certo è che inserire il bilinguismo nella lotta politica fra destra e sinistra non è in genere, al di là della tavola rotonda al Sabor, un segnale incoraggiante, perché la tematica dei diritti delle minoranze e della presenza storica di più lungue e culture, spesso intrecciate tra loro, lungo l’Adriatico orientale va ben al di là delle questioni politiche contingenti; è un fatto d’identità di questi territori di cui tutti dovrebbero andare fieri.
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