Caso Orban-Fiume. Tutta colpa di una traduzione sbagliata

Nella nota del Ministero degli Esteri croato si legge «Fiume è di indubbia appartenenza storica e geografica alla Repubblica di Croazia, e questo fatto non può venir messo in discussione»

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Caso Orban-Fiume. Tutta colpa di una traduzione sbagliata

Non si placano le reazioni dopo che il premier ungherese Viktor Orban ha pubblicato sul suo profilo Facebook il video dell’inaugurazione di un monumento dedicato all’accordo di Trianon, firmato dopo la fine della Prima guerra mondiale (con quell’accordo, sostengono a Budapest, l’Ungheria aveva perso una parte consistente del suo territorio etnico, ndr), in cui si nota chiaramente la presenza di una targa con la scritta “Fiume – al mare, ungheresi”, che è parte integrante del monumento su Trianon.
Oggi, lunedì 8 giugno, il Ministero degli Esteri croato ha reagito inviando una nota in cui si legge che “l’Ambasciata d’Ungheria a Zagabria ha consegnato una missiva in cui spiega che una traduzione errata ha causato delle interpretazioni sbagliate”. Secondo la rappresentanza diplomatica ungherese la traduzione corretta della frase indicata sulla targa è “Fiume – Al mare, ungheresi. Si tratta di una frase estrapolata da un articolo di Lajos Kossuth del 1846, con cui si sprona le autorità ungheresi a costruire una linea ferroviaria fino a Fiume e in cui vengono descritte le bellezze del mare e del Quarnero”.
Nella nota del Ministero degli Esteri croato si legge ancora che “Croazia e Ungheria sono collegate da una plurisecolare storia di vicinato” e che “Fiume è di indubbia appartenenza  storica e geografica alla Repubblica di Croazia, e questo fatto non può venir messo in discussione”. La nota conclude: “Condanniamo qualsiasi tipo di attività che provoca problemi e tensioni nei rapporti di buon vicinato”. In questo senso, il governo di Zagabria ha deciso di convocare l’Ambasciatore d’Ungheria per chiarire la posizione di Budapest.
In precedenza il ministro dell’Interno, Davor Božinović, aveva annunciato che la Croazia avrebbe mandato una nota ufficiale alle autorità di Budapest. “Bisogna sempre reagire a posizioni del genere. La Croazia è uno Stato indipendente e perciò non bisogna preoccuparsi, ma sarebbe opportuno che simili dichiarazioni non venissero fatte”.
Anche il presidente della Regione litoraneo-montana, Zlatko Komadina, ha ribadito che “noi vogliamo bene agli ungheresi, che in veste di turisti sono i benvenuti. Vorrei ricordare che il cognome Horvat è uno dei più frequenti in Croazia, ma ciò non significa che Budapest sia in Croazia”, ha sottolineato Komadina.

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