L’Istituto per la salute pubblica della Regione litoraneo-montana ha sconsigliato la vaccinazione con il siero di AstraZeneca/Oxford per le persone con più di 65 anni, in attesa di maggiori dati sulle eventuali complicazioni in questa fascia d’età. Una presa di posizione che non è piaciuta al premier Andrej Plenković, il quale ha espresso tutto il proprio malcontento per dichiarazioni “in contrasto con le linee Ue e quelle nazionali”. Poi il presidente della Regione, Zlatko Komadina, ha cercato di gettare acqua sul fuoco, affermando che “l’Istituto regionale si atterrà alle disposizioni della task force nazionale e che il vaccino AstraZeneca è sicuro anche per gli over 65”.
Ma oggi, mercoledì 17 febbraio, Komadina ha sferrato un duro attacco contro il premier. “Tutta l’intelligenza non abita ai Banski dvori (la sede del governo, ndr) – ha detto lo zumano ai microfoni dell’emittente all news N1 -. Anche noi a livello locale possiamo dire la nostra, senza che nessuno si offenda. Credo che su a Zagabria abbiano perso la giusta direzione…”. A Komadina non è andato giù nemmeno l’annuncio di Plenkovič sulla possibilità di modificare la legge affinché gli istituti per la salute pubblica regionali siano subordinati a quello nazionale. “Questioni simili non vengono risolte con prese di posizioni dittatoriali e modificando la legge con la forza. Il fondatore dell’Istituto per la salute pubblica è la Regione… E’ inappropriato minacciare: credo che il premier abbia sbagliato ad affermarlo e capirà di aver sbagliato”. Il presidente della Regione litoraneo-montana ha concluso spiegando di non essersi ancora vaccinato: “Ho fatto richiesta al medico di famiglia e aspetto il mio turno”.
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.