Capodistria. Una commemorazione volta a comprendere il passato

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Capodistria. Una commemorazione volta a comprendere il passato
La commemorazione presso il cimitero di Capodistria Foto: Mariangela Pizziolo

Nella settimana in cui si è celebrato il Giorno del Ricordo, si è svolta a Capodistria una cerimonia commemorativa nel cimitero di San Canziano. Oggi, infatti, è stata deposta una corona di fiori presso il monumento dedicato alla memoria delle vittime della guerra e delle esecuzioni del dopoguerra. L’iniziativa ha visto la collaborazione tra l’Unione Italiana, la Comunità Autogestita Costiera della Nazionalità Italiana e, per la prima volta, la Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati. Per questo motivo, oltre che al doveroso ricordo delle vittime, l’evento ha rappresentato un passo avanti nel percorso di riconciliazione tra le comunità italiane, slovene e croate, nel segno del dialogo e della memoria condivisa. Kristjan Knez, vicepresidente della CAN Costiera, ha sottolineato la necessità di una narrazione storica onesta, che riconosca le sofferenze di tutte le vittime senza distinzioni ideologiche. Ha ricordato come quest’anno, ottantesimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale, rappresenti l’occasione per riflettere su ciò che è accaduto con uno sguardo obiettivo, che non voglia né assolvere né condannare il passato, ma piuttosto comprenderlo. “In questa circostanza è giusto e doveroso parlare di questi tragici fatti, facendo emergere la verità senza infingimenti e senza difendere una o l’altra parte. Il tempo è galantuomo, e a distanza di anni è giusto raccontare la storia e avere pietà per tutte le vittime, con tatto e rispetto ma evitando le tifoserie”, ha dichiarato. Anche Renzo Codarin, presidente della FederEsuli, e Giovanni Coviello, console generale d’Italia a Capodistria, hanno ribadito l’importanza del ricordo, evidenziando come la collaborazione tra le diverse comunità testimoni un miglioramento nei rapporti transfrontalieri, rafforzando il comune percorso nella casa europea.

I rappresentanti di Federesuli, CAN Costiera e UI
Foto: Mariangela Pizziolo

Maurizio Tremul, presidente dell’UI, sottolineando la presenza della FederEsuli, della Fameia Capodistriana, rappresentata da Piero Sardos Albertini, e di altri connazionali. ha ricordato come la deposizione di un’unica corona costituisca un gesto simbolico di riavvicinamento di un popolo che la storia ha diviso. Inoltre, ha collegato la cerimonia alla scelta di Nova Gorica – Gorizia come Capitale Europea della cultura del 2025, evidenziando come si possano trasformare le ferite del passato in un’occasione di crescita comune. “Sulle divisioni del Novecento, sulle violenze dei nazionalismi e degli irredentismi, sulla devastazione della guerra, è stata costruita un’unica capitale europea della Cultura, alla presenza di due Capi di Stato che hanno mandato messaggi di amicizia e di collaborazione. Noi, esuli e rimasti, possiamo svolgere un ruolo di rafforzamento per costruire un’Europa di Pace, chiedendo perdono per le malefatte commesse e concedendolo per quelle subite”, ha affermato.

Renzo Codarin e Maurizio Tremul
Foto: Mariangela Pizziolo

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