
La deputata socialdemocratica, Meira Hot, non demorde. In questi giorni ha inviato l’ulteriore richiesta al governo, in particolare al ministro delle Infrastrutture Alenka Bratušek, per avere un’integrazione alla risposta in merito all’iniziativa parlamentare per l’esenzione dal bollino autostradale della superstrada che da Capodistria conduce al confine italiano. La deputata piranese, di fatto, ribadisce le richieste già fatte a più voci negli ultimi tempi affinchè le viabili a scorrimento veloce a ridosso del confine siano liberamente percorribili. Ciò snellirebbe il traffico sulle strade secondarie, ora frequentate con insistenza da coloro che non hanno acquistato la vignetta. In tal modo si creano intasamenti che ostacolano il vivere quotidiano dei residenti in zona. Ne deriva un inquinamento dell’aria, danni al turismo e, infine, un peggioramento delle condizioni di vita. La Hot si richiama anche al trattato di Osimo e agli altri accordi con l’Italia che dovevano portare all’esenzione della zona di confine (ex zone A e B) da qualsiasi pagamento per l’uso delle autostrade e superstrade, disposizioni che l’Italia non ha mai mancato di rispettare.
Il Ministero delle Infrastrutture nella sua ultima risposta aveva respinto tutte le richieste. In merito agli Atti internazionali ha rilevato che non sono comprovate violazioni da parte slovena. Le ricadute negative sul turismo andrebbero dimostrate, mentre per venire incontro alla popolazione del Capodistriano è già stata esentata dal pagamento della vignetta la galleria di Monte San Marco.
Ulteriori tagli degli introiti per la società autostradale DARS non sarebbero sostenibili, visti gli impegni che questa ha con le banche per i crediti accesi. Vi è poi ancora il rischio di creare un effetto domino, ossia richieste analoghe dalle altre zone di confine. La vertenza, quindi, è allo stesso punto a cui era giunta, già nella scorsa legislatura, con l’intervento congiunto di tutti i deputati regionali compreso Felice Žiža, rappresentante della CNI alla Camera di Stato, nonché dei sindaci istriani. “Le proposte ai Ministeri competenti erano state due, sempre bocciate con le stesse motivazioni. Negli ultimi anni assieme ad altri colleghi della regione stiamo lavorando politicamente per raggiungere l’importante obiettivo di far esentare le strade a ridosso della frontiera dai pedaggi. Siamo convinti che esistano tutte le condizioni politico-giuridiche per ottenerlo, rifacendoci ancora al trattato di Osimo e alla conseguente delibera del presidente della Repubblica italiana”, ci ha dichiarato Felice Žiža.
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