Capodistria. «Per mantenere l’unitarietà occorre cambiare passo»

Coordinatore UI. Astrid Del Ben ha diffuso un comunicato stampa dopo l’emanazione della delibera dell’Unità amministrativa di Capodistria

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Capodistria. «Per mantenere l’unitarietà occorre cambiare passo»
Foto concessa da Astrid Del Ben

La questione del coordinatore della Consulta dell’Unione Italiana con sede a Capodistria continua a tenere banco dopo l’emanazione della delibera dell’Unità amministrativa capodistriana. “L’Unità amministrativa di Capodistria, con decisione del 16 aprile 2025, resa pubblica integralmente tramite notifica agli interessati nelle scorse settimane, ha chiuso il procedimento relativo alla richiesta di registrazione di Astrid Del Ben quale rappresentante dell’UI di Capodistria, non accettando tale registrazione. La motivazione per cui non viene accettata la registrazione della nomina a coordinatrice dell’ U.I. di Capodistria non è per motivi di illegittimità della delibera, ma, come riportato nella decisione della Unità amministrativa, per la sussistenza prolungata nel tempo di assoluta mancanza di chiarezza sui meccanismi di funzionamento della U.I. di Capodistria, sino alla incertezza su chi siano effettivamente i membri, sulle modalità di funzionamento della Consulta, nei suoi rapporti con l’Assemblea di un’associazione estera (U.I. di Fiume). L’Unità amministrativa ribadisce che la Consulta legittimamente può collaborare con l’Assemblea della U.I. di Fiume, ma quale organismo che, anche in riunione comune, deve deliberare separatamente”, si legge nel comunicato stampa firmato da Astrid Del Ben.

“Proprio la critica giustificata dei meccanismi di funzionamento, come sopra evidenziati e il rispetto alla legge sulle associazioni vigente nella Repubblica di Slovenia, avevano spinto la totalità dei membri della Consulta della U.I. di Capodistria a nominare, in stretta adesione con lo Statuto dell’Associazione, il coordinatore. Al contrario di quanto deciso dalla Unità amministrativa di Capodistria, il Presidente della U.I. di Fiume Maurizio Tremul ha sostenuto, erroneamente, sui social e sulla stampa, che l’Unità amministrativa avrebbe accettato il ricorso suo, di Liana Vincoletto della CI di Bertocchi e Nerina Maia Bertoch della CI di Ancarano. Ora che il provvedimento è diventato pubblico, la verità emerge definitivamente e chiaramente”, rileva Astrid Del Ben nel comunicato diffuso ieri.
“Come sostiene l’Unità amministrativa (pag. 8 della decisione) – prosegue la nota – ‘dalla documentazione allegata emerge che l’Associazione non rispetta le regole scritte nell’Atto costitutivo e che nel corso di 26 anni si è formata una modalità di funzionamento non conforme alla legislazione slovena e non basata sulle regole dell’atto costitutivo’ e ancora ‘l’art. 15 prevede che il Coordinatore venga eletto dalla Consulta, ma non sono state fornite le prove che ciò avvenga effettivamente’. A pag. 9 continua: ‘Sarebbe perfettamente comprensibile che, nel corso di un periodo così lungo, il funzionamento dell’Associazione si adattasse e si modificasse; è invece un dato di fatto che in tutti i 26 anni l’associazione non abbia presentato alcuna richiesta per la registrazione delle modifiche né dell’atto costitutivo, né del rappresentante legate… il suo funzionamento non è conforme alle disposizioni della Legge sulle associazioni ‘”.

“A pag. 13 – si legge nel comunicato firmato da Astrid Del Ben –’l’art. 9 del Regolamento dell’Assemblea dell’U.I. di Fiume stabilisce che il Presidente della U.I. di Fiume… è al contempo Coordinatore della U.L di Capodistria. Il Coordinatore non può essere determinato secondo l’automatismo citato. Il Coordinatore deve essere eletto dalla Consulta della U.I. di Capodistria’. Solo per brevità non si riportano gli ulteriori passaggi della decisione in cui la gestione, specie quella finanziaria, da parte dell’amministratore Maurizio Tremul, durante tutto il periodo di vita della U.I. di Capodistria viene gravemente contestata dall’Unità amministrativa. Il Bilancio consuntivo dell’U.I. di Capodistria veniva votato da altri organi diversi da quelli preposti per legge, ovvero l’ Assemblea della U.I. di Fiume e non dalla Consulta della U.I. di Capodistria. La situazione della U.I. di Capodistria, come evidenziata dalla decisione dell’Unità amministrativa, è ancora più grave di quella che i componenti della Consulta della U.I. di Capodistria immaginavano fosse. Anche l’organo di direzione della U.I. di Fiume se ne è reso conto, tanto che, come riportato nel resoconto di stampa dell’ultima riunione di Giunta della U.I. di Fiume (Voce del Popolo) si è sostenuto che ‘chi era coordinatore doveva farlo (mettere a posto le carte), ma non lo ha fatto”. In pratica, il destino dell’Unione Italiana è stato, impropriamente, legato al destino personale del suo Presidente’. È necessario che tutta la CNI, sia in Slovenia sia in Croazia, comprenda che per mantenere l’unitarietà della Nazionalità italiana occorre cambiare passo e direzione. Riportare ordine nell’Unione Italiana di Capodistria, anche aggiornando il suo Statuto, significa difendere l’idea di una sola U.I., fatta di due associazioni, strettamente legate tra loro, rispettando, però, le leggi dei diversi Stati”. “Il Presidente Tremul dovrebbe, se ha interesse ai destini della CNI, recedere da ogni opposizione e coadiuvare la Consulta in carica, eletta nel 2022, per procedere a registrare agli Uffici pubblici sloveni il Coordinatore che, collaborando strettamente con la Giunta e l’ Assemblea della U.I. di Fiume, proceda alla regolarizzazione degli atti della U.I. di Capodistria, salvando, cosi, gli interessi della CNI tutta – rileva Astrid Del Ben nel suo comunicato stampa –. Se, al contrario, egli continuerà nella sua battaglia a difesa della illegittimità dei metodi di lavoro della U.I. di Capodistria, ne renderà di fatto impossibile l’operato e romperà l’unitarietà della Comunità Nazionale Italiana”. “Infatti, come riportato in maniera ultimativa nella decisione della Unità amministrativa a pag. 9 ‘l’Unità amministrativa può soltanto concludere che l’Associazione (U.I. di Capodistria) non dispone delle prove (del suo regolare funzionamento), il che fa sorgere il dubbio sull’ammissibilità del funzionamento dell’associazione …’ Come si è resa conto la Giunta della U.I. di Fiume, l’irregolare gestione che dura da decine d’anni della U.I. di Capodistria mette a serio rischio la possibilità di finanziamento della stessa da parte della U.I. di Fiume, in particolar modo relativamente agli stipendi dei suoi dipendenti, oltre che aver riflessi sulla gestione patrimoniale”, conclude la nota.

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