Capodistria, odonimi storici: tornano le tabelle. CNI soddisfatta

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Capodistria, odonimi storici: tornano le tabelle. CNI soddisfatta
Riposizionamento della la tabella in Calle del Tacco. Foto AIA

Hanno suscitato interesse o almeno curiosità oggi, venerdì 28 marzo, in pieno centro storico gli addetti della municipalizzata “Marjetica” intenti a riposizionare le targhe con gli antichi odonimi di piazze e vie. Queste sono rimaste a lungo al centro di un’accesa polemica, anche politica, per il presunto mancato rispetto della lingua slovena, confermato dalla delibera dell’Ispettorato, operante all’interno del Ministero della Cultura, che ne aveva ordinato la rimozione.

Dopo infruttuosi colloqui a vari livelli, l’estate scorsa le insegne erano state girate, in modo che non fossero più leggibili. Un gesto di protesta, avevano detto al Comune, per la mancata comprensione del messaggio che si era voluto mandare e che parlava del multiculturalismo, di casa da sempre a Capodistria. Erano poi riprese le trattative soprattutto con il mondo della politica, con in prima linea gli esponenti della Comunità Nazionale Italiana.

In autunno si era arrivati a un compromesso e al sostegno del Ministero della Cultura, a patto che fossero apportate sulle nuove tabelle delle modifiche grafiche. Con l’ausilio di vari esperti e in accordo con l’Ente per la tutela del patrimonio culturale, si è giunti a una soluzione che sembrerebbe incontrare il favore di tutti gli organi preposti al controllo.

“Non posso che esprimere grande soddisfazione per il ripristino degli odonimi dopo questa lunga odissea”, così il vicesindaco italiano, Mario Steffè, in relazione alla posa delle tabelle. “Spero vivamente che questo sia l’ultimo atto e che la CNI possa lasciarsi alle spalle l’annoso procedimento. Dopo la nuova proposta da parte ministeriale, arrivata lo scorso anno in logo e caratteri, auspico venga definitivamente scritta la parola fine a questa vicenda. Da vicesindaco sono davvero orgoglioso dell’appoggio totale e immediato dei partiti politici, di tutta la CNI compatta e dei cittadini su vasta scala che dimostra sensibilità per specificità territoriali, ruolo e funzione sul nostro territorio d’insediamento storico”.

A coordinare il lungo e complesso lavoro è stata la Commissione per la toponomastica del Comune di Capodistria, diretta da Damian Fischer che abbiamo incrociato in Calegaria, intento a seguire il lavoro di riposizionamento delle targhe. “Siamo giunti al traguardo voluto che era quello di riavere nelle vie e nelle piazze gli antichi odonimi. Presentano delle novità grafiche che fugano ogni dubbio sul loro effettivo scopo. Non vanno a sostituirsi a quelle degli odonimi esistenti. I simboli sono in bianco e nero su sfondo oro, le scritte in sloveno e italiano sono della stessa grandezza, ma i nomi delle vie in uso nel 19esimo secolo non sono stati tradotti”, ha spiegato Fischer. “Ora parte la battaglia per far sì che le targhe rimangano al loro posto. Potremmo richiamarci alla prassi in uso in altre località europee. Posso affermare che abbiamo avuto la garanzia di pieno sostegno da parte del dicastero cultura, servono però deroghe speciali per esporre scritte soltanto in italiano, rispettando gli aspetti multiculturali della nostra zona”, ha concluso Fischer.

In effetti gran parte della cittadinanza aveva accolto bene i vecchi odonimi, così come molti intellettuali e la Comunità d’abitato Capodistria-centro. Il presidente, Jadran Čalija lo ha ribadito osservando che “la CL era stata tra i primi a protestare per la rimozione e a chiedere che le tabelle fossero rimesse al loro posto. Ora non posso che esprimere soddisfazione, dato che il messaggio è stato recepito correttamente e parla di multiculturalismo, un valore che per noi è sempre stato della massima importanza”.

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